ROMA. Reazione immediata del Collegio Ipasvi di Roma alla nota Anaao Assomed del Lazio che critica fortemente l’attivazione delle nuove Unità di Degenza a Gestione Infermieristica, con particolare riferimento a quella inaugurata nei giorni scorsi all’ospedale Pertini di Roma dalla Asl RMB, che segue l’esordio di Unità simili al Policlinico Umberto I, all’ospedale Nuovo Regina Margherita, alla Asl di Latina e a quella di Palombara Sabina e della Asl di Rieti. A darne notizia sol proprio sito è la Federazione Nazionale dei Collegi IPASVI.
“Il miglioramento dei servizi non può essere barattato con la volontà di qualcuno di conservare rendite di posizione che oggi sono fuori dal tempo e dalla logica – reagisce il presidente del Collegio Ipasvi di Roma e del Coordinamento Lazio, Gennaro Rocco – Non accettiamo che questi nuovi servizi siano demonizzati e che gli infermieri, protagonisti volenterosi di una nuova stagione dell’assistenza, vengano mortificati per alimentare posizioni corporative che hanno prodotto buona parte delle attuali criticità. Chiediamo a tutti gli attori della sanità, e in primis ai medici – afferma – di collaborare attivamente per ammodernare il nostro sistema e renderlo più efficiente senza cedere a tentazioni protezionistiche senza senso e senza futuro”.
E Rocco aggiunge che si tratta di un passaggio fondamentale per organizzare il sistema delle cure in modo più efficiente e vantaggioso per la cittadinanza assistita, come dimostrano le esperienze positive maturate in altre Regioni italiane.
“Il nuovo modello − spiega − che va prendendo corpo anche nel Lazio assicura maggiore efficacia delle prestazioni, migliore qualità dell’assistenza, risultati clinici più appropriati secondo i principi della continuità e dell’umanizzazione delle cure, dell’integrazione professionale e dell’ottimizzazione dell’impiego delle risorse. Una trasformazione di cui la Regione Lazio e le aziende Sanitarie e ospedaliere sembrano finalmente aver colto l’importanza per puntare con decisione sul miglioramento dell’assistenza ai cittadini e sulle abilità specifiche dei professionisti competenti. Perciò le resistenze al cambiamento opposte da alcune sigle sindacali mediche hanno un sapore amaro per tutti gli operatori sanitari volenterosi e per i cittadini che confidano in un’assistenza adeguata alle loro specifiche esigenze”.
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