Una gaffe, che non lascia spazio a una diversa interpretazione. Essere chiamata infermiera nell'immagine collettiva, rimane ancora l'ancoraggio di chi serve qualcuno, di chi è soggetta a rispettare indicazioni in quanto non in grado di autonoma determinazione, oppure peggio ancora un retaggio cinematografico che lega l'infermiera ad un certo tipo di attitudine sessuale.
Inoltre se la Kienge è un medico si è certamente uniformata a quello che i medici pensano delle infermiere ed infermieri: una persona al loro servizio e come tale in posizione subalterna e non essenziale per le decisioni da prendere riguardo ai pazienti.
Mi associo quindi alla richiesta di una rettifica direttamente dalla bocca della ministra in quanto doverosa.
Riso Biagio - Infermiere
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