REDAZIONE. Esoscheletri per la riabilitazione dei pazienti affetti da patologie neurologiche e per agevolare il lavoro degli Infermieri, degli Operatori Socio Sanitari, dei Fisioterapisti e dei Medici Neurologi e Ortopedici. È l’ultima frontiera della tecnologia del Terzo Millennio che lancia la “Riabilitazione robotizzata”.
Avete sentito parlare spesso di “Esoscheletro” (grazie anche agli ultimi mondiali di calcio in Brasile - World Soccer Cup 2014), ovvero di un robot da indossare che permette ai disabili di fare movimenti altrimenti impossibili e agli operatori di compiere sforzi senza affaticare più di tanto il sistema muscolare, neurologico e osseo.
Due utilizzi per un unico prodotto che ormai è realtà in tutto il mondo e che sta entrando prepotentemente nel mondo dell’assistenza sanitaria e che tra non molto (si pensa entro una decina di anni) invaderà anche il settore domiciliare.
La ricerca nel settore prosegue a ritmi da Formula Uno e ogni 6 mesi ci troviamo di fronte a prodotti sempre nuovi e sempre più leggeri.
A chi è destinato l’Esoscheletro?
A pazienti affetti da patologie neurologiche a carico del sistema nervoso centrale, quindi dell’encefalo e del midollo spinale, e/o periferico, i nervi, causate da eventi come ictus o traumi cranici di grave e media entità. Per loro l'Esoscheletro può aiutare a recuperare in maniera precoce le attività residue e favorire la riabilitazione costante e mirata.
Agli Operatori del mondo della sanità per sollevare i pazienti e per compiere spostamenti e posturare con il minimo dello sforzo.
Perché il presidio non è ancora così diffuso?
Per prima cosa sono altissimi i costi di produzione e di gestione, mentre si sta lavorando intensamente per ridurre il peso delle batterie (aumentandone la durata) e dei materiali di costruzione. A ciò va aggiunta la riluttanza ad utilizzare nuove tecnologie da parte di operatori spesso conservatori e privi di inventiva.
Anche in questo ambito la rivoluzione è partita e tra non molto vedremo per strada disabili camminare tranquillamente su due zampe (nei casi dove sarà possibile farlo) e Infermieri, Medici, Fisioterapisti e OSS utilizzare un’apparecchiatura che sarà al servizio del paziente, per agevolarne l’assistenza e per migliorare la sua qualità di vita.
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