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Un defibrillatore può salvare la vita, un Infermiere può fare di più

di Pietro Caputo

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PESCARA. Un infermiere può fare di più.

Non si può far polemica, non ha senso farlo quando sui campi cadono ragazzi giovani, quando la vita te la strappa una malattia assurda e improvvisa.

Ma non ha senso nemmeno vedere medici disseminati in tutte le manifestazioni sportive, con risultati che a volte lasciano “senza parole”.

 

Un infermiere può fare di più, il modo di pensare, la preparazione, la manualità, la praticità di un infermiere formato, può fare di più.

 

Forse è il caso di rivalutare le due figure, di riconoscere senza paura la grande preparazione teorica del medico, e quella più pratica più flessibile dell’infermiere, che in talune situazioni, quelle di emergenza per esempio, sembra essere più efficace.

 

Ha senso avere una cosi alta preparazione teorica per eseguire un algoritmo semplice, chiaro e indispensabile come quello di un BLSD?

 

Eppure a bordo campo l’uomo indispensabile sembra essere sempre il dottore!

 

Il dottore sarebbe meglio averlo disponibile e preparato quando la malattia va studiata, quando va curata, quando va fatta diagnosi e pianificata una terapia.

 

E cosi tre medici vengono rinviati a giudizio per la morte di Morosini, i tre sono accusati di omicidio colposo per il mancato uso del defibrillatore.

 

Ma nel paese delle meraviglie, cito il comico Crozza, il mondo sembriamo guardarlo allo specchio, dove i valori spesso appaiono in ordine contrario.

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