Esperienza-pilota in Emilia Romagna per una assistenza che vede al centro sempre e comunque il paziente.
PIACENZA. Si arricchisce il servizio per l’utente che si rivolge alla Continuità assistenziale con una telefonata. Quando il cittadino chiama quella che forse è più nota con la vecchia definizione di Guardia medica, parlerà infatti con un infermiere, in grado di effettuare una precoce valutazione sanitaria e indirizzare la persona verso la risorsa più appropriata per il suo bisogno di salute.
La novità del “triage infermieristico”, scattata in questi giorni, s’inquadra nell’ambito del progetto di riqualificazione dell’attività del servizio di Continuità assistenziale dell’Ausl di Piacenza e si configura come un’esperienza pilota in Emilia Romagna.
Come si ricorderà, ormai da oltre un anno l’Azienda Usl di Piacenza ha predisposto un centralino unico, che risponde al numero 0523/343000, che consente di attivare uno dei professionisti in servizio nelle diverse sedi territoriali.
Come funziona la novità? Al cittadino che chiama la Guardia medica viene richiesto di fornire alcuni dati anagrafici a un operatore tecnico. La telefonata viene quindi passata all’infermiere di turno: l’intervento aggiuntivo di questa figura professionale è una garanzia per inquadrare nel miglior modo possibile il problema di salute della persona che telefona.
Le informazioni raccolte dall’infermiere saranno poi fornite, tramite una scheda informatizzata, al medico di Continuità assistenziale competente per il territorio.
Il filtro dell’infermiere sarà però prezioso nei casi di maggior gravità: il professionista potrà infatti far scattare direttamente la segnalazione alla centrale operativa 118 e attivare più precocemente l’invio di un’ambulanza su posto laddove ne ravvisi la necessità.
Gli infermieri che svolgeranno questa funzione hanno maturato negli anni una grande esperienza come operatori di centrale operativa 118 e quindi hanno sviluppato competenze per la valutazione telefonica di problemi sanitari.
“L’attività di triage si configura come competenza avanzata – evidenzia Mirella Gubbelini, direttore assistenziale dell’Ausl di Piacenza - come una diversa e più ampia modalità di “presa in carico” del paziente che permette risposte più incisive e appropriate alle mutate esigenze del contesto sanitario. Nell’ambito della continuità assistenziale, con l’attivazione del triage infermieristico, si mette in campo una gestione professionalizzante del percorso a ulteriore garanzia del cittadino”.
“Si tratta dell’ultimo tassello del progetto di riqualificazione dell’ex centrale 118 di Piacenza e della rete dell’Emergenza urgenza territoriale - fanno notare il direttore Enrica Rossi e il coordinatore Stefano Nani - Il triage infermieristico avviato a Piacenza si configura come un’esperienza unica in Regione, che permette ai nostri operatori di confrontarsi con nuovi obiettivi”.
È una sfida che valorizza le loro competenze e l’esperienza maturata in un ambito, com’è quello dell’emergenza urgenza, complesso e spesso critico.
Si ricorda ai cittadini che la Continuità assistenziale è il servizio che prosegue l'attività del medico e del pediatra di famiglia nei giorni e orari in cui queste figure non sono presenti: fornisce consigli telefonici, effettua visite domiciliari e ambulatoriali.
Non si tratta quindi di un servizio di emergenza-urgenza, per il quale occorre invece rivolgersi sempre al numero 118.
Il servizio di Continuità assistenziale è garantito dalle ore 20 alle 8 dei giorni feriali e dalle ore 8 del sabato, o altro giorno prefestivo, fino alle 8 del lunedì, o del giorno feriale successivo. Per accedere al servizio occorre contattare il numero del centralino unico, 0523/343000.
Nell’immagine, da sinistra una degli infermieri del nuovo servizio, insieme a Stefano Nani ed Enrica Rossi (Rete Emergenza Urgenza 118), Mirella Gubbelini, direttore assistenziale Ausl Piacenza e un operatore tecnico del centralino.
Commento (0)
Devi fare il login per lasciare un commento. Non sei iscritto ?