Noi giovani non siamo, come ci descrivono, “attaccati alla gonna della mamma”. Noi lottiamo per i nostri diritti, noi crediamo nel futuro e abbiamo dimostrato che l’unione fa la forza
. Così Caterina, giovane infermiera che ha partecipato alla preselezione del concorso di Torino, ora “congelato” in attesa della decisione del Tar.
Infermieri, l’unione è tutto: Siamo l’esempio che nulla è perduto
Ho avuto modo di riflettere su quanto successo nei giorni scorsi in merito al maxi-concorso di Torino.
Come molti altri, ero appena arrivata a Torino quando mi è arrivato il messaggio dalla Città della Salute. Mi era sembrata una bufala e lì per lì non ci volevo credere.
Poi seguo il link allegato, guardo Facebook e mi viene sbattuta in faccia la triste realtà. Il concorso era stato sospeso per verifiche da parte del Tar. Non sapevo se ridere o piangere.
Poi ho iniziato a leggere i vari commenti e… quanto sdegno c'era. Nemmeno 24 ore di preavviso, gente in viaggio, gente che era già arrivata. Persone che non sapevano più se partire o meno. C'era chi aveva rinunciato a Jesolo per essere lì a Torino.
Gente da tutta Italia e non solo, anche dall'estero. Infermieri contenti di poter fare un concorso nella propria città, per rientrare dall'Inghilterra e lavorare in Italia.
Notti insonni per studiare, ore passate sui libri, cambi chiesti ai colleghi, giovani al primo concorso, chi aveva usato le ferie per esserci. Soldi, tanti, per il viaggio e il pernottamento.
Tutti con un sogno comune, il sogno di entrare a lavorare nel pubblico.
Quello che più mi lasciava basita era che non riuscivo a trovare una spiegazione logica; secondo me il concorso si era svolto in maniera regolare.
Francamente ero molto soddisfatta della precisione con cui era stata svolta la preselezione, soprattutto avendo partecipato prima al concorso di Mestre, che per me era stato il primo, ed era stato un delirio. Un concorso con una disorganizzazione allucinante.
Uscita dalla preselezione di Torino ho pensato “caspita che precisione”; ci avevano spiegato nei minimi dettagli come si sarebbe svolta la preselezione e tutto ciò che sarebbe avvenuto dopo. Ero già contenta così a prescindere dal risultato.
Ero davvero soddisfatta di essere riuscita a superarla.
Sui social si è assistito ad una vera gogna mediatica nei confronti dei ricorsisti. Io non ce l’ho con loro, anche se penso che avrebbero potuto presentarlo molto prima questo ricorso.
Francamente poi non credo nemmeno che la colpa si possa dare a chi ha preparato le domande. Ora come ora spero solo che il Tar decida la nostra sorte non oltre il 24 maggio.
Qualunque sarà l'esito, sono soddisfatta di come si siano svolte le cose durante il sit-in davanti alle Molinette.
Noi siamo stati l'esempio eclatante che l'unione fa la forza. Non tutto è perduto, quando si lotta insieme. Quando si hanno dei sogni, delle speranze. Quando ci si mette la faccia
Noi giovani non siamo come ci descrivono, attaccati ancora alla gonna della mamma, che vogliono stare a casa a guardare il soffitto aspettando che le cose cadano dall'alto.
Noi non siamo così. Abbiamo lottato per far valere i nostri diritti. Siamo giovani e crediamo ancora nel futuro. In un Paese migliore. In una sanità migliore.
E vogliamo davvero lottare per la nostra professione. Una professione di aiuto, fatta di persone che lottano per quello in cui credono. E amano quello per cui hanno studiato, per cui hanno fatto sacrifici.
E penso che con il nostro presidio abbiamo mostrato quanto valiamo. Quanto crediamo ancora nella giustizia. E che uniti si è più forti. L'unione è tutto.
Ancora grazie a chi ci ha messo la faccia, a chi ha parlato con giornalisti, con i sindacati e con l’azienda. Siamo stati un esempio per tutti. Un esempio eclatante che niente è perduto.
Caterina, Infermiera
Commento (0)
Devi fare il login per lasciare un commento. Non sei iscritto ?