Nicoletta, infermiera in pediatria, è stufa di genitori antivaccinisti convinti che Google possa essere sufficiente a garantire la sicurezza dei bambini e della collettività.
Infermiera in pediatria non ne posso più di genitori no-vax
Sono infermiera in pediatria da quasi 7 anni e da quando sono approdata in questo mondo ho toccato con mano la vertiginosa crescita di ignoranza nella popolazione. E per questo mi sento combattuta, divisa a metà tra l’essere allibita e l’essere preoccupatissima per il futuro, neanche tanto lontano.
Mi trovo quotidianamente a gestire genitori sempre pronti a difendersi da millantate macchinazioni complottistiche imbastite da titaniche case farmaceutiche, che godrebbero solo ed esclusivamente nel volerci tutti malati, ma ancora vivi per più tempo possibile.
I fantomatici genitori no-vax, quelli che si aizzano gli uni con gli altri sulle chat di WhatsApp, fra note vocali al limite del ridicolo e link copiati e incollati da chissà quale santone del web e che appena vedono una divisa, senza avere mezza consapevolezza di chi sia il professionista sanitario di fronte a loro, partono subito con delle vere e proprie crociate.
Voi e le case farmaceutiche avvelenate i nostri figli
, mi sono sentita dire più di una volta. Se solo usassero metà delle energie che spendono in queste battaglie contro i mulini a vento per studiare seriamente ciò di cui parlano
, mi ripeto almeno un paio di volte al giorno.
Ad essere drammatico non è solo il fatto che fondino le loro “battaglie” su quelle che hanno tutta l’aria di essere più che altro delle superstizioni, ma anche che non abbiano la minima predisposizione ad ascoltare.
È impossibile comunicare con loro; più volte ho provato a sedermi a tavolino con qualche coppia che pretende il diritto di scegliere per i propri figli. Ho provato a spiegare loro che no, il problema non è né il bambino figlio di immigrati né la tale casa farmaceutica che sta vedendo diminuire i propri introiti.
Ma si chiudono nelle loro convinzioni, si arroccano dietro le loro teorie e non considerano minimamente l'idea di poter avere torto, nemmeno in una piccola percentuale. Loro non possono sbagliare; loro sono i genitori, sanno sempre meglio di chiunque altro cosa serva ai loro figli. Siamo noi, è "il sistema" che sbaglia e che li vuole manipolare. Ma loro non cederanno. Loro sono stoici. Sono convinti.
Se un genitore che ha vaccinato il figlio è sicuro dell'efficacia dei vaccini, perché dovrebbe aver paura di un bambino non vaccinato?
Sapeste quante volte ho sentito fare questa domanda. Ai medici, a me, a colleghi infermieri. Ho provato, con l’aiuto del medico, a mostrare dei dati scientifici, a riportarli in maniera più semplice in qualche mappa concettuale, a consegnare opuscoli basati sulle evidenze, ma niente. Non c’è verso.
Non riesco a spiegarmi il motivo, ma la parola di un professionista sanitario, oggi, pesa molto meno di chi fa la voce grossa sul web.
Questo è veramente drammatico, perché credo si sia innescato un meccanismo al quale sarà molto difficile mettere un freno. È un po’ la storia della pallina sul piano inclinato… sta rotolando inesorabilmente verso il basso.
E verso il basso stiamo andando anche noi, come collettività: da un lato, perché siamo imbrigliati in una incomunicabilità travestita da “super informazione” e, dall’altro, perché sempre più persone non si rendono conto di quanto certe loro scelte si trasformino in non-scelte per altri e di quanto possa rivelarsi fatale il loro effetto boomerang.
Nicoletta, Infermiera
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