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Continuiamo a riflettere sul tempo

di Ornella Ventura

L'unità naturale del tempo nel nostro lavoro è scandita dalla persona malata e sta nella differenza dei ruoli nel team di cura. Il breve intervallo di tempo potrebbe essere costituito da brevi brainstorming emotivi ad inizio e fine turno. Il confronto emotivo è una esigenza che spesso manca nel nostro agire quotidiano. Siamo tesi e protesi ai tecnicismi, necessari certamente, ma non sufficienti.

La buona cura può esserci, quando c'è buona autocura

Partendo da un pensiero del fisico teorico Claudio Ravelli abbiamo già riflettuto sul luogo e la velocità del tempo. Guardando la vita dentro reparti ospedalieri ci si accorge che il tempo ha ancora un altro ritmo. Diverso se questo batte per il malato o per l'operatore. Il tempo degli operatori sanitari si può definire circolare. Il tempo del malato lineare.

Il futuro dell'operatore ha un orizzonte limitato al turno, quello del malato va oltre il luogo in cui è. Normale chiedersi: se c'è questa differenza di battito, di direzione, come costruire equilibri? Il team sanitario è composto da professionisti che hanno un percorso comune, ma differente nel loro prendersi cura della persona malata.

Il tempo del medico è il più veloce. Scandito dalla lettura di esami, prende decisioni terapeutiche, spesso in urgenza. L'infermiere ha un tempo veloce nell’urgenza e un tempo di attesa, se il suo agire quotidiano ha una sequenza che può essere superata dalle priorità della persona malata. Il tempo dell'OSS è il più lento. L'operatore socio sanitario, tra i curanti, è il più intimo nella relazione di cura, lavora al tempo del tocco, batte lieve.

In questa visione di differenze temporali sta l'essenza della cura e dell'autocura. Quest'ultima si nutre di condivisione, una condivisione che porta equilibrio. L'equilibrio, però, è un terreno scivoloso, che si percorre con la consapevolezza del proprio ruolo all'interno dell'équipe.

Ti solleverò dai dolori e dai tuoi sbalzi d'umore | dalle ossessioni delle tue manie | Supererò le correnti gravitazionali | lo spazio e la luce per non farti invecchiare | E guarirai da tutte le malattie | perché sei un essere speciale | ed io avrò cura di te (Franco Battiato, "La Cura")

Parafrasando il linguaggio della fisica, i curanti hanno bisogno di allinearsi sul tempo di Planck (in fisica l'unita naturale del tempo, il più breve intervallo di tempo misurabile). L'unità naturale del tempo nel nostro lavoro è scandita dalla persona malata e sta nella differenza dei ruoli nel team di cura. Il breve intervallo di tempo potrebbe essere costituito da brevi brainstorming emotivi ad inizio e fine turno. Il confronto emotivo è una esigenza che spesso manca nel nostro agire quotidiano. Siamo tesi e protesi ai tecnicismi, necessari certamente, ma non sufficienti.

La buona cura può esserci, quando c'è buona autocura. Noi dell'Emozionario dei professionisti Sanitari siamo convinti che la sindrome di Burnout e la compassion Fatigue possano essere superate sviluppando l'intelligenza emotiva e il sano processo di elaborazione delle emozioni, che si sostanzia nella capacità di riconoscere, comprendere e gestire in modo consapevole i propri stati d’animo e saper guidare la persona di cui ci stiamo prendendo cura verso una condizione di maggior benessere interiore.

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