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Stress lavorativo, quattro consigli per gestire l'infelice condizione

di Rosario Scotto di Vetta

burn-aout

Burn-out è caratterizzato da un affaticamento cronico e da un forte senso di frustrazione e impotenza.

MILANO. Francesca era completamente fusa. Aveva accettato un nuovo lavoro, in una struttura ospedaliera diversa perché prometteva maggior prestigio, uno stipendio più consistente e un contratto lavorativo di tutto rispetto. 

Ma si era ritrovata a trattenersi sul lavoro anche dopo il suo orario contrattuale, con turni massacranti, weekend sempre a lavoro, reperibilità costanti e straordinari una routine a cui non poteva sfuggire.

“L’ambiente di lavoro era un caos − dice Francesca − e nonostante le mancanze degl’altri, la responsabilità ricadeva sempre su di me. Mi dicevo: chi me l’ha fatto fare? Se non cambio qualcosa, scoppio”. Purtroppo Francesca era diretta verso il burn-out.

Il burn-out non è semplicemente stanchezza e va oltre il normale stress causato dal lavoro quotidiano. Solitamente è caratterizzato da un affaticamento cronico e da un forte senso di frustrazione e impotenza.

Chi ne è affetto tende a prendere emotivamente le distanze dal lavoro, perde la motivazione, è distratto e può commettere degli errori diventando anche meno produttivo. Inoltre alcuni studi inoltre collegano il burn-out a numerosi disturbi emotivi e fisici.

Ma cosa provoca il burn-out? Spesso un fattore è il sovraccarico di lavoro. Le aziende sanitarie e ospedaliere a causa dei continui tagli dello Stato assumono sempre meno personale e a volte si richiede che i dipendenti lavorino di più con un eccessivo carico lavorativo. La precarietà, la mancanza di controllo sul proprio lavoro o la sensazione di essere stati trattati ingiustamente sono tutti fattori che possono contribuire al burn-out. Lo stesso succede quando si hanno contrasti con i colleghi.

Potremmo anche essere noi la causa del nostro burn-out. Con l’obiettivo di fare carriera e ottenere uno stipendio migliore, alcuni si interessano di sindacato, altri si imbattono in percorsi di studio universitari o in complessi progetti buttandosi sempre più nel lavoro. Così si ritrovano super impegnati e alla lunga finiscono sulla strada del burn-out.

Se siete vittime del burn-out, forse al momento vi sembra impossibile poter cambiare qualcosa perché vi sentite senza via d’uscita. Tuttavia, i seguenti quattro consigli possono aiutarvi a gestire questa infelice condizione.

1) Considerate le vostre priorità.

Cos’è più importante per voi? Forse molti in cima alla lista metterebbero la famiglia, amici e la salute. Rendetevi conto che il mondo preme perché adottiate come vostre le priorità degli altri. Gli altri potrebbero mettere il lavoro al primo posto, ma questo non significa che dobbiate farlo anche voi.

 

2) Semplificatevi la vita.

Riducete lo stress e dedicate più tempo per le cose a cui tenete veramente. Convincete il vostro coordinatore e direzione a ridurre il carico lavorativo che grava su di voi oppure siate pronti anche a cambiare posto di lavoro. Per la società consumistica la felicità è legata a quanto si guadagna e ai beni che si possiedono. Ma non è così. Un tenore di vita più semplice può significare più libertà e soddisfazione.

 

3) Imparate a dire di no.

Se considerate il vostro carico lavorativo già eccessivo e vi propongono di fare turni straordinari ben pagati, sostituzioni o ore aggiuntive imparate a dire di no. Fin dall’inizio spiegatevi chiaramente e con fermezza.

 

4) Ritempratevi.

Se stress lavorativo, colleghi difficili e situazioni sgradevoli in reparto danno grossi problemi, trovate tempo per concedervi uno svago equilibrato durante i vostri giorni di riposo.  Coltivate interessi e amicizie che esulano dal vostro lavoro ed evitate di identificarvi in base alla vostra professione e il tipo di lavoro che svolgere in ospedale o sul territorio. “Chi siete va ben oltre l’attività che svolgete per guadagnarvi da vivere” (Your Money or Your Life).

Concludo con un vecchio principio biblico attuale: “È meglio una manciata di riposo che una doppia manciata di duro lavoro e correr dietro al vento” (Ecclesiaste 4:6).

Ispirato e tratto da: Svegliatevi 2014.

 

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