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Stamina. "Gli Infermieri possono avvalersi della clausola di coscienza"

di Rosario Scotto di Vetta

Stefano Bazzana

"Procederemo domani mattina ad effettuare le infusioni". Lo ha detto il presidente dell'Ordine dei medici di Trapani, Giuseppe Morfino, oggi agli Spedali di Brescia con la sua équipe composta da "Marino Andolina, la biologa Erica Molino e un infermiere di Trapani". 

Il vicepresidente di Stamina Foundation, nominato commissario ad acta, tornerà agli Spedali Civili di Brescia per il caso del piccolo Federico affetto dal morbo di Krabbe mentre la biologa, Erika Molino, prenderà servizio come capo équipe per il caso di Noemi, bambina di due anni affetta da Sma1. A confermare tale indiscrezione è lo stesso presidente della Fondazione Stamina, Davide Vannoni, che continua a sperare di "aprire un dialogo con gli scienziati e con la politica" e venga dimostrato che le cellule non si trasformano in neuroni come sostenuto dalla senatrice Elena Cattaneo e da Paolo Bianco. 

Non si è espresso Vannoni, invece, sul coinvolgimento degli infermieri nelle pratiche infusive. A far chiarezza è stato nuovamente Stefano Bazzana, presidente Collegio IPASVI della provincia di Brescia, che già in precedenza si era espresso sulla vicenda Stamina precisando la posizione ufficiale degli infermieri con un comunicato stampa.

"Ricordiamo che l'adesione volontaria all'attuazione di pratiche non validate scientificamente cambia radicalmente la posizione degli infermieri coinvolti con conseguenti responsabilità professionali e deontologiche. A tutt'oggi, infatti, non vi è alcuna prova di efficacia del così detto trattamento Stamina, né mai é stata approvata la sua sperimentazione. La scelta di aderire violerebbe il Codice Deontologico confliggendo con la posizione della professione e con il paradigma etico di non sottoporre il paziente a cure futili".

Su ordinanza del tribunale di Catania, non essendo disponibili professionisti per riprendere le infusioni, l'azienda ospedaliera bresciana ha diffuso un avviso pubblico per reclutare infermieri disposti a collaborare nelle infusioni.

"Se all'infermiere fosse imposto, con ordine di servizio, di partecipare alle suddette pratiche, può avvalersi della così detta "Clausola di Coscienza", come definita dal Comitato Nazionale di Bioetica. Il nostro Codice la declina all’Art. 8 “L’infermiere, (..omissis) qualora vi fosse e persistesse una richiesta di attività in contrasto con i principi etici della professione e con i propri valori, si avvale della clausola di coscienza, facendosi garante delle prestazioni necessarie per l’incolumità e la vita dell’assistito”.

Come conferma Stefano Bazzana, esponenti del Collegio IPASVI di Brescia saranno presenti all'ospedale dei bambini per sostenere i colleghi infermieri che volessero esprimere la clausola di coscienza. Anche la Federazione Nazionale ha deciso di sostenere la posizione del Collegio provinciale facendosi promotore di un comunicato stampa che sarà presto pubblicato.

Intanto il Collegio sta realizzando da oltre due anni un progetto formativo sui dilemmi etici nell'esercizio professionale proprio per attuare nel concreto l'art. 16 del Codice che recita “L'infermiere si attiva per l'analisi dei dilemmi etici vissuti nell'operatività quotidiana e promuove il ricorso alla consulenza etica, anche al fine di contribuire all’approfondimento della riflessione bioetica".

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