«Io sono infermiere a Roma; sono a P.IVA, solo un mese ebbi un contratto da dipendente con una società interinale che forniva personale sanitario alla Croce Rossa Italiana per servizi 118; per il resto sempre P.IVA con i pochi o quasi inesistenti diritti che la P.IVA dà».
Caro Direttore,
il sig. Presidente Ipasvi di Verona non vuole un confronto con la collega che è andata il UK poiché ci rimetterebbe la faccia. Molti presidenti Ipasvi sono come lui.
Io sono infermiere a Roma; sono a P.IVA, solo un mese ebbi un contratto da dipendente con una società interinale che forniva personale sanitario alla Croce Rossa Italiana per servizi 118; per il resto sempre P.IVA con i pochi o quasi inesistenti diritti che la P.IVA dà. Il presidente citato nella lettera dovrebbe lasciare la sua bella poltrona e provare a lavorare un pochino come purtroppo siamo costretti noi. La collega andata in UK ha fatto benissimo... con l'unica amarezza... che per essere valutati per come siamo realmente formati si deve andare via dal Paese natio...
Simone Cioccari, Infermiere iscritto dal 2011 al Collegio Ipasvi di Roma
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Caro Simone, anche io fino a qualche mese fa lavoravo con P.IVA e so di cosa stai parlando (e non aggiungiamo il discorso delle tasse e degli studi di settore). Questo però non mi ferma nel redarguirti. Non credo che tutti i presidenti IPASVI siano così come descrivi (e poi non so dare un giudizio su quello di Verono, non conoscendolo). Ci sono rappresentanti buoni e cattivi in tutte le categorie, ma sta a noi non dargli più spazio. Nel mio collegio dal basso abbiamo compiuto una rivoluzione e sollevato dagli incarichi i cosiddetti "vecchi" dell'Infermieristica nostrana, che ormai non avevano più stimoli se non difendere le proprie poltrone. Per cui la prossima volta invece di lamentarti ti consiglio di candidarti e di far presente il tuo pensiero agli iscritti romani e italiani. Ti daremo lo spazio che vuoi.
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