Liberi professionisti sanitari in liberi Stati membri. Nasce la Tessera professionale europea. Ecco le sette indicazioni della XII Commissione Igiene e Sanità del Senato Italiano nella relazione programmatica annuale sulla partecipazione dell'Italia all'Unione Europea.
ROMA. L'Italia fa parte dell'Unione Europea e per questo devono essere rispettati e garantiti gli assetti delle professioni, compreso quelle sanitarie.
A tal proposito è giunto nei giorni scorsi il parere favorevole della XII Commissione Igiene e Sanità del Senato alle parti sanitarie della Relazione programmatica sulla partecipazione della nostra nazione all'UE. Per il 2015 gli indirizzi programmatici contenuti nella Relazione dovranno essere implementati secondo sette indicazioni, tra cui il capitolo della libera circolazione delle professioni sanitarie per il quale si sottolinea nella relazione che con "il recepimento a gennaio 2014 della direttiva n. 2013/55/UE si modificano le attuali procedure amministrative per il rilascio dei decreti di riconoscimento, anche in vista dell'introduzione della tessera professionale europea per semplificare e agevolare la mobilità dei professionisti all'interno del mercato interno".
A darne notizia è stata ieri la senatrice Annalisa Silvestro, come noto ex-presidente della Federazione Nazionale dei Collegi IPASVI e attuale esponente del Partito Democratico di Matteo Renzi.
“In questo senso la Commissione – ricorda Silvestro – riprendendo quanto presentato nel mio intervento su tale argomento in sede di dibattito, ha posto tra le condizioni la necessità che, nell'attuazione della direttiva sul riconoscimento delle qualifiche professionali, si seguano le esigenze di mobilità dei servizi professionali con il mantenimento dell'assetto attualmente previsto dall'ordinamento nazionale, secondo il quale le professioni sanitarie sono regolamentate per tutelare la salute del paziente che fruisce delle prestazioni professionali. Ed è necessario anche considerare le problematiche legate alla determinazione dei fabbisogni del personale sanitario, alle politiche di programmazione e alla criticità che deriva dal fatto che i medici specializzandi beneficiano di un supporto economico durante la loro formazione a differenza di quanto avviene per le altre professioni sanitarie. È molto importante l’assoluta unanimità del voto a un parere che pone numerose condizioni in tema di salute.”
E non è tutto, così come spiega Silvestro, le altre condizioni fissate dalla Igiene e Sanità del Senato riguardano la dizione utilizzata "tutela della salute dei consumatori" al posto della quale si deve usare "protezione della salute umana".
C'è poi la necessità di una particolare attenzione alla fase attuativa della normativa sull'assistenza transfrontaliera, tenendo presente che la sua entrata a regime darà origine a una inedita forma di concorrenza tra i diversi sistemi sanitari nazionali. La Commissione chiede quindi di implementare “gli scarni cenni contenuti nella Relazione, soprattutto riguardo alla resistenza agli antimicrobici e alle politiche vaccinali”.
"Sulla sicurezza alimentare è necessario che la definizione della nuova normativa europea di riferimento assicuri l'uniformità dei controlli sui produttori - aggiunge la senatrice PD - per garantire la salute dei consumatori, tutelare le condizioni degli animali soprattutto negli allevamenti intensivi ed evitare che i produttori italiani subiscano concorrenza sleale per asimmetrie tra i singoli sistemi di controllo nazionali. Sui farmaci innovativi a elevato costo è necessario garantire un accesso tempestivo alle terapie anche monitorando la situazione sul territorio nazionale, definire criteri di rimborsabilità legati a end point clinicamente significativi, prevedere strategie di negoziazione in base al valore terapeutico aggiuntivo, assicurare un reporting periodico sui sistemi di pagamento condizionato, garantire trasparenza delle procedure e promuovere la ricerca indipendente. Infine, per quanto riguarda la proposta di regolamento sui medicinali veterinari, occorre garantire il monitoraggio dell'antibiotico resistenza prelevando campioni anche dagli allevamenti avicoli (oltre che da quelli bovini e suini)."
Va bene avere la libertà di muoversi come professionisti sanitari in Europa, ma in Italia, perché bloccare le mobilità interne nel nome di un risparmio collettivo che crea solo disagi e burnout negli infermieri?
Commento (0)
Devi fare il login per lasciare un commento. Non sei iscritto ?