Nurse24.it
chiedi informazioni

sindacato

Nursind: Senza infermieri non c’è futuro per il SSN

di Redazione

00b0509e404d3662ded8b61760745963

ROMA. Il Nursind, in occasione della festa internazionale dell’infermiere richiama l’attenzione dei cittadini, del mondo politico e professionale verso un fenomeno che in Italia desta sempre più preoccupazione. “Stiamo assistendo a qualcosa di nuovo per la condizione infermieristica: mentre fino a qualche anno fa l’Italia era costretta a importare infermieri da altri paesi per far fronte alla carenza infermieristica nelle strutture sanitarie, oggi – afferma Andrea Bottega Segretario Nazionale Nursind – sono gli infermieri italiani ad emigrare per trovare lavoro.”

Eppure in Italia, secondo i dati OCSE mancano 60.000 infermieri ma circa 25.000 neo laureati non trovano lavoro. “È un paradosso questo della disoccupazione giovanile infermieristica – spiega Donato Carrara della direzione nazionale Nursind – perché effettivamente mancano nel sistema queste unità e chi è attivo dentro i servizi è sottoposto a carichi di lavori pesanti per compensare tagli e carenze. Il lavoro c’è ma le difficoltà economiche fanno sì che non si attivi.”

 

Inoltre, diversi studi anche internazionali (HealthWorkers 4all, 2014) affermano che i bisogni di salute dei nostri cittadini sono cambiati e si stanno spostando sempre più verso bisogni di tipo assistenziale che produrranno un forte aumento della domanda e una carenza ancor più consistente di infermieri. Di infermieri, perché “badare non basta”.

 

Avere più badanti che professionisti sanitari, in Italia, significa delegare a figure non professionali la risposta ai bisogni di salute dei nostri concittadini. Per comprendere al meglio il fenomeno della disoccupazione infermieristica il Centro Studi del sindacato Nursind sta elaborando un documento sulla base di dati raccolti attraverso un questionario somministrato a partire dal 27 aprile 2014.

 

Ad oggi sono state analizzati quasi 1.800 questionari. Alcune anticipazioni, che in allegato riportiamo, confermano l’aggravamento di questo fenomeno.

 

Ciò che emerge – secondo l’indagine svolta – è che il fenomeno della disoccupazione infermieristica è in ascesa negli anni ed è maggiormente presente nelle regioni soggette a piano di rientro.

 

Ancora una volta il divario tra il nord e il resto del Paese è evidente e lascia pensare a una possibilità di qualità di assistenza diversa. Analizzando e sommando i laureati senza lavoro dal 2011 a oggi si ipotizza che il 53% sia attualmente disoccupato. Non si conoscono i dati reali sul numero di laureati per anno e le statistiche precedenti sul tasso di abbandono risalgono al 2006.

 

Ipotizzando una cifra realistica di 12.000 laureati/anno, si può stimare che a fine 2014 saranno circa 25.000 i neoinfermieri senza occupazione.

Le regioni con più disoccupati tra i neolaureati dal 2011-2013 sono Puglia, Basilicata, Sicilia, Lazio e Campania. Dal 2003 al 2007 hanno trovato lavoro entro l'anno il 90% dei laureati. Tale percentuale tende a scendere progressivamente fino a raggiungere il 65% nel 2012.  

 

La media della disoccupazione calcolata negli ultimi 5 anni nelle singole regioni.

% Media di disoccupazione (2009-2013)

Marche 42, Sardegna 42, Sicilia 41, Campania 38, Veneto 36, Puglia 34, Toscana 28, Piemonte 24, Emilia Romagna 23, Lazio 22, Friuli 17, Lombardia 13.

 

Anche il fenomeno della precarizzazione del rapporto di lavoro è ben presente tra gli infermieri.

A partire dal 2011 salgono i contratti a part time o a tempo determinato e diminuiscono quelli full time o a tempo indeterminato. Pure l’andamento del tipo di azienda in cui si è assunti vede un rapporto inverso tra pubblico e privato. Quando (dal 2010 in poi) il pubblico impiego blocca il turnover aumentano le assunzioni in altri luoghi.

Molto interessante appare la figura a “pinza” che si sviluppa interrogando i dati circa la stabilizzazione nel tempo del personale assunto. Nel 2009 assistiamo al posizionamento del fulcro della pinza con l’inversione della tendenza fino a raggiungere i valori massimi nel 2013/14.

 

Il 68% degli assunti a tempo determinato ha dichiarato di essere stato stabilizzato entro l’anno. Il 22% nel secondo anno, il 6% nel terzo ed il 4% nel quarto anno.

 

Interessante è anche il dato sulla mobilità volontaria. Il 34% dei dipendenti pubblici ha chiesto la mobilità; di questi solo 15% l’ha ottenuta. Le regioni che più hanno fatto ricorso alla mobilità in entrata sono la Puglia, le Marche, Umbria, Sicilia, Abruzzo. Quelle che non l'hanno concessa sono il Molise, la Liguria, la Campania, La Calabria e la Basilicata.

 

Questo limite alla mobilità è riscontrabile anche nei dati dei concorsi pubblici che sono partecipati da personale che è già dipendente di una struttura pubblica.

Il 68% degli intervistati ha partecipato a più di un concorso pubblico segno della difficoltà ad entare nel pubblico impiego e nella scarsità di concorsi a disposizione.

Interessante sono anche le soluzioni che il campione propone per superare il fenomeno della disoccupazione: non c’è un’unica soluzione in grado di estinguere il fenomeno. Molteplici soluzioni sono considerate valide e acquisiscono un consenso poco discostante dalle altre.

 

I dati completi dello studio saranno disponibili verso fine mese e saranno pubblicati sul sito www.nursind.it e su www.infermieristicamente.it.

 

L’attenzione che Nursind dà a questa importante situazione è elevata ed è già stata portata all’attenzione del Ministro della Salute. Nei prossimi giorni sarà inviato anche un documento al Presidente del Consiglio e al Ministro della Funzione Pubblica in risposta alla lettera aperta ai dipendenti pubblici.

 

A conclusione dell’analisi dei dati raccolti si provvederà ad intraprendere ulteriori iniziative per dare voce alle situazioni di sofferenza delle dotazioni organiche che limitano la risposta ai bisogni dei cittadini spesso lasciati da soli ad affrontare le situazioni di cronicità, disabilità e fragilità e chiedere l’assunzione di nuove risorse che garantiscano il futuro di un servizio sanitario pubblico e universalistico.

 

In occasione del 12 maggio, giornata mondiale dell’infermiere, il sindacato Nursind ha anche predisposto un apposito manifesto.


Comunicato Stampa e dati Nursind
Manifesto 12 maggio Nursind
Scopri i master in convenzione

Commento (0)