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ROMA. «L'Italia della sanità pubblica è a rischio paralisi.» È quanto promette uno dei principali sindacati di categoria, il Nursind di Andrea Bottega, che rappresenta circa il 10% degli infermieri pubblici dello Stivale. L'astensione dal lavoro è prevista per il 3 novembre 2014 in tutte le aziende sanitarie di matrice pubblica. Saranno garantite, cosi come prescrive la Legge, le attività minime programmate e in urgenza/emergenza.
Nursind in una nota inviata alla stampa ribadisce lo stato di abbandono e di stress in cui sono costretti a lavorare gli Infermieri Italiani: stipendi da fame, turni di lavoro massacranti, blocco del turnover, demansionamento e attività svolte spesso senza presidi assistenziali e di protezione fanno da corollario a una protesta che si è trasformata in esigenza vitale per molte strutture pubbliche dove gli errori stress-correlati sono sempre più in aumento e con essi le richieste di risarcimento da parte di pazienti e familiari.
Non ha senso risparmiare sul personale per poi aumentare i costi del servizio dovuti a rimborsi per processi e diatribe legali.
Possono aderire allo sciopero anche i non iscritti a Nursind.
Ribadiamo il nostro distacco dall'iniziativa non per la bontà della manifestazione, le cui finalità restano nobili e apprezzabili, quanto per la necessità di fare sistema e di portare nelle piazze non solo i dipendenti pubblici, ma anche i colleghi che lavorano in aziende private, in cooperativa, con contratti a termine o in regime di libera professione.
Sogniamo un Nursind nuovo che assieme all'Ipasvi e alle altre sigle sindacali ridiano dignità e forza a un comparto vitale per la sanità pubblica e privata italiana. Spesso ci ritroviamo, però di fronte a battaglie intestine che nulla di buono hanno portato finora ai "nurse" nostrani.
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