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Competenze avanzate Infermieri: Saverio Andreula contro lo stallo.

di Chiara d'Angelo

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BARI. Uscirà a giorni FILO DIRETTO n. 5/6, periodico dei Collegi infermieri delle province di Bari e Barletta, Adria, Trani.

Nell’editoriale un interessantissimo intervento, in anteprima su Nurse24.it, del Presidente Saverio Andreula che commenta la frattura tra l’intersindacale medica e la FNC IPASVI, in merito alle competenze infermieristiche avanzate, che congela di fatto l’iter della riforma.

A fronte dell’opposizione dell’intersindacale medica all’ampliamento delle competenze la FNC IPASVI ha reagito duramente paventando venti di guerra. Silvestro: “A quale titolo interviene l’Intersindacale? È dichiarazione di guerra” Così la presidente nazionale Ipasvi ha commentato la lettera al ministro Lorenzin inviata dall’Intersindacale in merito alla Bozza di accordo sullo sviluppo delle competenze infermieristiche. Per Silvestro si è trattato di un fulmine a ciel sereno. “Se questo è l’intento vorrà dire che cominceremo a prepararci alla guerra per affrontarla con tutta la nostra forza”

 

In questo scenario il Presidente Andreula invita ad una riflessione sugli obiettivi concreti della riforma e quindi sulla proposta di interventi legislativi mirati all’effettiva valorizzazione della professione, che tenga finalmente conto dei reali interessi e del potenziale sviluppo della professione stessa.

 

I contenuti dell’attuale documento sono deboli ed inadeguati rispetto agli obiettivi di rilancio della professione. La contrattazione deve andare avanti ma deve qualificarsi in maniera più sostanziale sui contenuti. E’ già avvenuto con successo per altre figure (ad es. per i tecnici di radiologia) ed è ora il tempo anche per gli infermieri: “L’evoluzione normativa, parliamo chiaro, non ha mai prodotto realmente la transizione attesa da infermiere esecutore a infermiere decisore, in grossa misura, e ora vi è la conferma, per la preoccupazione della professione medica, costantemente in agguato a fasi alterne, di vedere scalfita la propria centralità, messa in atto, prima di tutto con la rappresentanza politica in sede parlamentare atteso l’affossata legge 42/96 per lo sviluppo dell’Infermiere specialista e quindi delle competenze avanzate” scrive Andreula.

 

Si dice scettico sul ritiro della firma della Federazione Nazionale Infermieri “da tutti i documenti ministeriali in cui si riconosce solo la figura medica al centro di processi di innovazione sanitaria e sociosanitaria” non tanto per l’atto in sé quanto per il fatto che tale potesse essere apposta.

 

Si tratta dunque di istituire dei tavoli di confronto concreti in cui portare a compimento questa improrogabile riforma e non arenarsi in posizioni conflittuali improduttive pur mantenendo la fermezza delle posizioni talvolta anche distanti. “Bisognerebbe strutturare “politiche di confronto” e di coinvolgimento di tutti gli attori del sistema sanitario riunendoli attorno ad un unico tavolo dal livello regionale.

 

Non è il solo tavolo di confronto nazionale che può definire accordi applicabili. L’ambito applicativo dell’accordo, declinato nell’attuale contesto organizzativo dei sistemi sanitari regionali attuali, deve essere ottimizzato per evitare “distorsioni interpretative e applicative

 

Andrebbe definito uno schema di regolamento che impegna le Regioni a comporre “cabine di regia” coordinate dal Ministero della salute, cui assegnare il ruolo di verifica applicativa degli indirizzi contenuti nell’accordo. La “cabina di regia” regionale composta di rappresentanti tecnici e istituzionali delle Regioni, OO. SS. e Collegi o Associazioni delle professioni interessate cui assegnare il compito, attraverso la “lettura” della propria situazione regionale, è chiamata ad esprimere pareri sui provvedimenti di interesse attinenti ai contenuti professionalizzanti dell’accordo.”

 

E aggiunge: “Solo un proficuo e sereno confronto può significativamente rilanciare il sistema. Bisogna stringere con le professioni veri e propri ‘patti’. Oggi, più che in altre occasioni, si rende necessario “riprogettare i modelli organizzativi” dell’attività di assistenza infermieristica e di definizione dei livelli minimi delle prestazioni infermieristiche da erogare ai cittadini, prima di tutto”.

 

Condivido questo tipo di impostazione che a mio modesto avviso sembra essere il più proficuo per il raggiungimento degli obiettivi che ci poniamo.

 

Resta da capire quanto questo pensiero sia condiviso anche dalle nostre rappresentanze istituzionali e per questo attendiamo il prossimo Tavolo tecnico al Ministero della Salute previsto per il 7 gennaio. 

Infermiere

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