Nurse24.it
chiedi informazioni

sindacato

Sanità e spending review. L'Italia taglia posti letto e personale sanitario infermieristico.

di Emiliano Boi

0bf5bc097f33c250825823673984474e

LA SPEZIA. Secondo un rapporto della Fems, la "Federazione europea dei medici salariati", i medici dipendenti d'Italia non si possono affatto lamentare, anzi non possono che sorridere guardando le tasche degli altri colleghi d'Europa. In Italia, infatti, i medici ospedalieri hanno gli stipendi tra i più alti nel Vecchio Continente: siamo addirittura terzi dopo belgi e danesi nella classifica dei salari massimi; e quinti dopo olandesi, belgi (che però negli ospedali hanno un rapporto libero-professionale), danesi e francesi per quelli minimi.

 

A fare i conti in tasca ai medici dipendenti in Europa è stata un'indagine curata dalla Fems, che non senza qualche difficoltà e con le cautele del caso sulla precisione dei dati, ha messo in fila tutte le buste paga. Un confronto con diverse sorprese, questo, che è fu presentato già nel 2011 a Catania, durante l'incontro sulle condizioni di lavoro del medico in Europa (organizzato dall'Anaao Assomed insieme alla Fems).Il sindacato Anaao Assomed, che aderisce alla Fems, in occasione di quell'incontro tenne a precisare come il taglio degli stipendi dei medici non poteva essere la giusta via per risparmiare e tale taglio avrebbe semplicemente abbassato la qualità delle cure.

Secondo l'indagine effettuata i medici che lavorano nei nostri ospedali arrivano a guadagnare al massimo della loro carriera 10mila euro al mese lordi (9.425 se il dato si aggiusta con il potere d'acquisto), escludendo ovviamente altri introiti importanti come la libera professione. I valori riportati, precisa la Fems nel suo documento, sono da intendersi prima delle imposte sul reddito e delle trattenute previdenziali, ma questa seconda voce, a causa di differenti regole nella struttura del salario, nei singoli Paesi, possono essere assenti.

Si guadagna di più indossando un camice cosiddetto "medico" (almeno ai livelli massimi) solo in Belgio (16.600 euro che diventano 15.901 in base al potere d'acquisto) e Danimarca (13.330 euro che diventano 9.491 in base al costo della vita). Guadagnano di meno, tra gli altri, i medici inglesi, olandesi, francesi, svedesi e spagnoli. Quest'ultimi per gli stipendi massimi possono contare su buste paga che sono la metà dei colleghi italiani.

Per quanto riguarda gli stipendi minimi i medici italiani sono al quinto posto con 4.569 euro lordi al mese (che diventano 4.241 in base al potere d'acquisto): si guadagna di più in Danimarca, Olanda, Belgio e Francia. Ma sono dietro di noi, tra gli altri, Germania, Finlandia, Spagna, Svezia e Inghilterra.

Il documento messo a punto dalla Federazione europea dei medici ha poi messo a confronto gli stipendi dei medici con i salari medi nazionali guadagnati in ognuno dei Paesi preso in esame. Anche qui le sorprese non mancano. In alcuni casi (Finlandia, Francia, Germania, Polonia Slovenia), scrive il documento, il salario minimo dei medici è pari al salario medio nazionale; in Italia il salario minimo dei medici è superiore al salario medio nazionale; in Austria, Irlanda, Portogallo, Romania, Spagna, Svezia e Regno Unito, il salario medio è collocato fra i valori minimo e massimo dei salari dei medici; in alcuni casi il salario massimo dei medici è uguale al salario medio nazionale (Grecia e Malta) o persino inferiore (Repubblica Ceca e Ungheria). Dallo studio risulta anche che dove si spende di più per il Welfare si guadagna di più come medico: La protezione sociale, sottolinea la Fems, è maggiore nei Paesi membri dove anche i salari sono maggiori. Nel mirino delle critiche della Fems c'era ovviamente l'ipotesi a cui molti Governi stavano pensando, e cioè di tagliare gli stipendi dei medici per risparmiare: i salari, negli ospedali, incidono per il 60-65% dei costi totali, perciò il loro taglio avrebbe rappresentato un metodo immediato per risparmiare.

 

Ma l'Italia non ha corso pericoli; la scelta forsennata di spending review è stata quella di non toccare i salari dei medici; il risultato è stato un clamoroso taglio dei posti letto con un risparmio di spesa a discapito della capacità di ricovero delle strutture ospedaliere e del personale sanitario infermieristico, il tutto purtroppo aggravato dall'assenza di una riorganizzazione dei servizi sanitari territoriali. Come se non bastasse la Fems nel 2011 evidenziò addirittura che il taglio salariale dei medici, in regime della libera circolazione dei professionisti, avrebbe potuto produrre forti spinte migratorie da Paesi con più basse condizioni di lavoro e di salari, verso Paesi con carenza di medici, dove le condizioni sono molto migliori.

Anche in questo caso la problematica relativa alla fuga di "cervelli medici" sembra essere stata magistralmente scampata, e, mentre i medici ospedalieri italiani mantengono salari entusasmanti al punto che consentono loro di poter ancora sorridere, gli infermieri italiani si trovano a dover fare i bagagli in cerca di un posto di lavoro al di fuori dai confini nazionali, sconcertati, perdipiù, dal costante aumento dei decreti di riconoscimento emessi dal Ministero della Salute in favore di infermieri provvenienti perlopiù dai Paesi dell'Est.

Alla base di questi forsennati metodi di spending review si paventano enormi responsabilità della politica italiana e delle Istituzioni; entrambe avrebbero dovuto agire in maniera assennata, in favore di una reale rappresentanza e tutela dei professionisti sanitari e dell'utenza assistita. Ciò che invece possiamo tristemente affermare oggi e' soltanto quanto constatato dalla Fems: <<i medici dipendenti d'Italia non si possono affatto lamentare, anzi non possono che sorridere guardando le tasche degli altri colleghi d'Europa>>.

Infermiere
Scopri i master in convenzione

Commento (0)