PALERMO. Due giorni di protesta sotto l’Assessorato regionale alla Salute di Palermo per gli infermieri precari e disoccupati siciliani. A loro sostegno è intervenuto anche il Cni-Fsi Sicilia, coordinamento nazionale infermieri aderente alla Federazione Sindacati Indipendenti.
A riceverli il direttore generale dell’Assessorato regionale alla Salute Salvatore Sammartano. Il 18 marzo è stato fissato, invece, un incontro con l’assessore Borsellino, oggi impegnata.
Si è discusso del comma 8 dell’art. 1 della L. 8 novembre 2012 n. 189 secondo cui le aziende sanitarie non possono procedere alla copertura di posti vacanti o carenze di organico, prima del completamento del procedimento della riorganizzazione della rete assistenziale, ospedaliera e territoriale, e del riassorbimento di eventuali esuberi accertati in esito alla suddetta procedura, che dovrà essere fatta entro giugno.
Per risolvere la questione dei precari bisognerà attendere l’emanazione di un decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, da adottare entro tre mesi dall’entrata in vigore del decreto legge approvato, in questo caso del decreto D’Alia, che prevede le procedure concorsuali con una riserva del 50% dei posti a concorso per i precari previa procedura selettiva.
Potranno partecipare i precari che avranno tre anni di servizio al 30 ottobre 2013. Inoltre, dall’approvazione della rete ospedaliera potrebbero nascere posti di lavoro, ed incrementare la dotazione organica, con la conversione dei posti letto per acuti a posti per riabilitazione e lungodegenza. “Riteniamo che questo percorso normativo lungo e complesso – commenta Calogero Coniglio, segretario regionale di coordinamento del CNI-FSI e delegato regionale FSI Sicilia - non faccia altro che illudere i lavoratori. La politica ha utilizzato i precari e la politica li ha abbandonati.
I provvedimenti legislativi ed economici, spending review, legge Balduzzi, ecc. che a più riprese hanno interessato la sanità italiana in questi ultimi anni, fondati essenzialmente su tagli lineari della spesa sanitaria, hanno provocato pesanti ripercussioni sul sistema dell'offerta dei servizi, minacciando l’erogazione stessa dei livelli essenziali di assistenza”. “Proprio la settimana scorsa – continua Coniglio - il presidente della regione Veneto Zaia ha definito la nostra sanità scadente.
Le regioni sanno benissimo che in gravi situazioni possono intraprendere misure urgenti contro la carenza di personale infermieristico e stipulare contratti di lavoro a tempo determinato. Ma la nostra regione non ammette e non riconosce questa urgenza. Noi del Cni-Fsi Sicilia ci siamo stancati di tutto questo e intendiamo lottare.
Chiediamo la piena solidarietà dei cittadini utenti/pazienti per un riscatto sociale della nostra Regione. Non vogliamo che i provvedimenti vengano assunti solo dopo i malaugurati accadimenti di fatti di malasanità.
Questo sindacato finora non ha solo protestato ma è stato anche disponibile verso le istituzioni di competenza a collaborare chiedendo che gli Infermieri venissero coinvolti nel percorso di miglioramento della sanità siciliana.
La Regione però continua a non avere consapevolezza della reale situazione in cui versano i reparti”.
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