È offensivo ed impensabile che altre professioni possano produrre linee guida con valore giuridico per la professione infermieristica
. La pensa così Luigi Pais dei Mori, presidente del Collegio Ipasvi di Belluno, che in una nota fa sapere che il consiglio Direttivo ha deliberato di aderire al ricorso al Tar sulla questione delle società scientifiche.
Pais, Ipasvi Belluno: Impensabili linee guida senza infermieri
Nella seduta del 20/09/2017 il consiglio direttivo del Collegio Ipasvi di Belluno ha deliberato di aderire, con impegno di spesa, al ricorso al Tar avverso il D.M. 2 agosto 2017, che definiva i criteri di iscrizione all’istituendo elenco delle Società Scientifiche e delle Associazioni tecnico-scientifiche.
Il ricorso promosso primariamente dall’Associazione #noisiamopronti, al quale hanno aderito in forma più o meno manifesta diversi Collegi IPASVI, promuove la necessità di bloccare il Decreto in parola in quanto propone requisiti contra legem, rispetto a quanto definito nella L. 24/2017.
È ineludibile, infatti, che quanto definito nel Decreto promuove requisiti di accesso che sono attinenti ad una sola ed unica professione sanitaria, quella medica.
L’assenza dell’Infermiere specialista, figura comparsa nelle more del famoso comma 566 della Legge di Stabilità 2014, adesso pesa come non mai.
I criteri quantitativi definiti, pur rivisti al ribasso a vantaggio della Società Scientifica di riferimento dei medici di medicina generale, non sono declinabili per le altre professioni sanitarie, che, ad oggi, non detengono derivazioni specialistiche del proprio agire professionale.
Stupisce la mancata convocazione di un Consiglio Nazionale urgente da parte della Federazione Nazionale Ipasvi su un tema di tale portata per la professione infermieristica e rimane dubbia la possibile efficacia del percorso di “interpretazione autentica” del Decreto: i parametri numerici sono difficilmente interpretabili in modo differente da quanto evidente.
Ed evidente è anche che il Decreto è scritto male (a pensar bene) o è scritto appositamente male (a pensar male): è offensivo ed impensabile che altre professioni possano produrre linee guida con valore giuridico per la professione infermieristica, ne va della dignità della professione, ma anche del futuro della stessa.
Utile e pertinente è ragionare sull’ambito qualitativo, per esempio con criteri che tengano conto della produzione scientifica; alla fine le Società scientifiche hanno senso di esistere se fanno progredire la disciplina specifica.
Alcuni problemi in evidenza:
- tempus fugit e l’unica soluzione è il ricorso e la sospensiva;
- la forza quantitativa della Società Scientifiche e Associazioni Tecnico Scientifiche infermieristiche: ha senso pensare ad un format unico che raggruppi più organismi?
- la produzione scientifica reale: non è facile recuperare dati certi in tal senso, ma sicuramente è un punto di partenza per i successivi ragionamenti.
Per questi motivi, il collegio Ipasvi di Belluno ha ritenuto doveroso concorrere direttamente al ricorso al Tar avverso il Decreto citato, come unico atto efficace per poter riprendere un percorso di notevole importanza sotto altri criteri, che siano realmente rappresentativi di tutte le professioni sanitarie, così come definito nella Legge 24/2017.
Luigi Pais dei Mori, presidente del Collegio Ipasvi di Belluno e membro del gruppo 27 Aprile
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