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Sentenza Tribunale Venezia: parla Eugenio Cortigiano (AIILF)

di Angelo

EugenioCortigianoAILF

Sulla nota sentenza del Tribunale di Venezia che ha assolto i 73 colleghi di Modena: "Il Collegio IPASVI non è perfetto, è formato da persone. Più o meno competenti, più o meno appassionate professionalmente, più o meno volenterosi. Ma il Collegio siamo tutti noi infermieri".

EugenioCortigianoAILFRIMINI. L'Associazione Italiana Infermieri Legali e Forensi dal lontano 2009 si sta prodigando a livello nazionale per far conoscere questo nuove settore dell'Assistenza Infermieristica e le le possibilità di sviluppo futuro e di riconoscimento di tale competenza.

Per meglio capire chi è e di cosa si occupa un esperto del settore abbiamo intervistato Eugenio Cortigiano, presidente nazionale dell'AIILF e tra i maggiori esperti del settore a livello italiano ed europeo.

Con lui abbiamo intrapreso una lunga chiacchierata, ponendogli alcune domande specifiche:

1) Di cosa si occupa e perché è nata l’Associazione Infermieri Legali Forensi?

2) Dove e come è possibile in Italia formarsi in Infermieristica Forense?

3) La qualifica di Infermiere Forense è riconosciuta dalle istituzioni italiane

4) Di recente una sentenza del Tribunale di Venezia ha assolto un collega (e di fatto altri 72) dall’accusa di abuso di professione, cosa ne pensa della decisione del giudice e cosa comporterà per la professione infermieristica?


Vediamo cosa ci ha risposto.

"Ai primi tre quesiti è possibile ribattere in maniera univoca. L'infermiere legale e forense applica le conoscenze scientifiche alla dimensione giuridica e legale dell'assistenza infermieristica studiandone gli aspetti concettuali, metodologici e pratici.

La figura nasce nel 1992 negli Stati Uniti, al primo convegno nazionale per infermieri possessori del titolo SANE (Sexual Assault Nurse Examiner).

Nacque in quella occasione anche la IAFN, International Association of Forensic Nurse.

Nonostante il nome i colleghi americani sono rimasti fortemente ancorati alla specializzazione iniziale, quella dell'infermiere che si occupa delle vittime di violenze sessuali.
A tutt'oggi il SANE, gestito dalla IAFN, resta al mondo l'unico corso strutturato per preparare specialisti nella gestione delle vittime di violenza.

L'Italia ha iniziato ad organizzare i Master specialistici solo nel 2006/2007, ma resta comunque il primo paese europeo a recepire questa figura, anche se con profonde modificazioni ed integrazioni rispetto all'originale americano.

Orientarsi nella miriade di leggi, decreti, regolamenti ed orientamenti giurisprudenziali è sempre più difficile. Il professionista infermiere spesso si trova davanti a dilemmi etici e sopratutto giuridici che possono inficiarne l'attività lavorativa o esporlo inutilmente a rischi.

La figura dell'Infermiere negli ultimi anni ha subito molteplici cambiamenti, in particolare nel campo giuridico.

Fino al 1994 l'infermiere, allora infermiere professionale, era considerato una figura di totale ausiliarietà del medico. Le sue responsabilità erano limitate soltanto alla corretta esecuzione delle prescrizioni.
L'ambito di operatività era circoscritto ad un mero elenco di mansioni, mansionario appunto, previste e disciplinate dalla legge.

Il D.M. 14 settembre 1994 n. 739 delineò il nuovo profilo professionale dell’Infermiere, che viene definito come il Professionista responsabile dell’assistenza generale infermieristica (non indicandolo più quindi come “professionale”, termine utilizzato come semplice differenza con gli infermieri generici, dalla formazione ed operatività ancora più ridotte). Lo stesso decreto specifica inoltre che l'assistenza infermieristica, preventiva, curativa, palliativa e riabilitativa, è di natura tecnica, relazionale, educativa.

La Legge 26 febbraio 1999 n. 42 sancisce il definitivo superamento dell'ausiliarietà ed il riconoscimento dell'autonomia della figura infermieristica; viene abrogato del mansionario e viene individuato il campo proprio d’attività-responsabilità tramite gli “atti regolatori”:

- contenuti del profilo
- ordinamento didattico di base e post base
- codice deontologico

La Legge 10 agosto 2000 n. 251 riafferma l’importante principio dell’autonomia professionale nello svolgimento delle attività finalizzate “alla prevenzione, alla cura e salvaguardia della salute individuale e collettiva”. Ripropone la formazione universitaria degli Infermieri sia di base che post-base (laurea, laurea magistrale, master di 1° e 2° livello), stabilendo quindi una linea di demarcazione netta tra le competenze di ogni professione sanitaria ed eliminando definitivamente la struttura gerarchica esistente precedentemente.

Alla luce di quanto detto, risulta anacronistico (e giuridicamente improprio) attendere ancora a consuetudini che non rispondono più alla realtà giuridicamente e che non consentono, nella fattispecie, un giudizio neutrale e corretto delle competenti Autorità Giudiziarie.

Fino ad oggi infatti gli Infermieri chiamati in giudizio per “malpractice” o per “responsabilità professionale” hanno visto valutare il proprio operato professionale da un Medico-legale, professionista di tutt’altra categoria e che, informato poco o niente della pratica infermieristica, risulta di conseguenza “incompetente” a periziare l'operato del presunto reo Infermiere.

Da qui l'esigenza di una figura “riconosciuta” e “competente” per la valutazione dell'operato del Professionista Infermiere, tanto quanto avviene già da molto tempo in altri Paesi.

Molte Università italiane hanno attivato master di primo e/o secondo livello in “Infermieristica Legale e Forense”, “Infermieristica ed Ostetricia Legale e Forense” ed in “Infermieristica in ambito peritale”.

Detti master hanno la funzione di formare i Professionisti Infermieri in ambito Infermieristico Legale-Forense e permettere loro di acquisire le necessarie conoscenze per le valutazioni tecnico-professionali che sono poi chiamati a compiere in merito all’operato dei Professionisti Infermieri interessati.

Il master in infermieristica legale e forense è uno dei master clinici riconosciuti dalla legge e dal ministero, ma come tutti, tranne quello in management o coordinamento, non dal contratto.

Fino al 1999 era quindi ancora possibile che l'operato professionale dell'Infermiere venisse giudicato da un medico o un medico-legale.

Con la Legge n. 42/1999 l'Infermiere acquisisce la piena autonomia professionale e con essa il diritto/dovere di essere giudicato solo ed esclusivamente da un Infermiere appositamente specializzato in materia legale e forense, e non da un medico, che non possiede un bagaglio di esperienza e formazione riguardo la specificità della professione infermieristica.

Medico ed infermiere sono ormai professioni autonome, diverse tra loro per formazione, competenze ed ambito di operatività, così come anche riconosciuto dal Ministero.

L'autonomia dell'infermiere, oltre che dal punto di vista lavorativo, chiede un riconoscimento totale anche quando lo stesso professionista è chiamato in giudizio.
Così come, nello stesso modo, un geometra o un architetto, citati un giudizio, non possono essere periziati da un ingegnere.

L'idea dell'AIILF nasce nel maggio/giugno 2008, quando cominciavano a riunirsi i Direttori dei vari Master presentati dalle Università italiane per decidere quali strade intraprendere e creare una base per un Forum che comprendesse docenti, masterizzati e studenti.

A dicembre 2008, in maniera autonoma rispetto a questo gruppo, si è cominciato a contattare alcuni colleghi che avevano frequentato il Master e attraverso vari canali abbiamo avuto contatti con Infermieri forensi di Messina, Udine, Milano, Perugia, cominciando a gettare le basi necessarie per la creazione dell'Associazione. La svolta definitiva però è avvenuta con lo sbarco sul social network Facebook, che ha permesso il contatto con molte più persone.

Da questo gruppo originario sono usciti gradualmente sia i soci fondatori sia le idee concrete. Si è così arrivati, alla metà di aprile del 2009, alla definizione dello Statuto, improntato alla semplicità, alla democrazia e alla massima decentrazione delle decisioni. I soci fondatori si sono riuniti quindi a Siena il 19 maggio 2009 per l'espletamento delle pratiche burocratiche e per riunire il primo Ufficio di Presidenza.

Il fine dell'AIILF è
•rappresentare i colleghi nelle sedi istituzionali, in modo che questa figura venga riconosciuta e valorizzata nella legislazione e nei contratti collettivi;
•far riconoscere nei tribunali la figura dell'infermiere forense, con un albo CTU specifico;
•dare sostegno agli studenti ed a coloro che sono interessati al campo infermieristico forense;
•offrire consulenza tecnica in ambito legale e forense ai colleghi;
•promuovere e specializzare la figura dell'infermiere forense in ambito violenze sessuali, figura presente in tutto il mondo come unico professionista responsabile della gestione delle vittime e della raccolta, preparazione e conservazione delle prove;
•riunire i professionisti specializzati in questa nuova branca dell'infermieristica in Italia per lo scambio di idee, progetti, esperienze e la crescita professionale.

I campi elettivi dell'infermiere legale e forense sono:
•ambito peritale, dove sia necessario valutare l'operato professionale di un infermiere;
•ambito legale, sale settorie in collaborazione col Medico Legale (adesso vengono incaricati i Tecnici di laboratorio);
•gestione del rischio clinico, per le competenze specifiche;
•assistenza e gestione delle vittime di stupri o violenze sessuali;
•assistenza e gestione dei minori vittime di abusi;
•assistenza e gestione delle dipendenze da alcool, droghe e farmaci;
•assistenza legale e sindacale ai colleghi, in collaborazione con Avvocati, Associazioni, Sindacati;
•educazione ed informazione sanitaria, con particolare riferimento al mondo della scuola ed alla prevenzione delle droghe d'abuso

L'AIILF ha come ulteriore obiettivo l'organizzazione e la diffusione di corsi di aggiornamento, seminari e workshop inerenti la professione infermieristica, in particolare nell’ambito legale e forense.
Non ci dimentichiamo mai degli studenti: loro sono il nostro futuro, ed a loro è dedicata un’area specifica del nostro sito. Forniamo aiuto e materiale sia ai masterizzandi in infermieristica forense, sia agli studenti in infermieristica.
L’associazione all’AIILF però non è solo questo, significa anche:
•poter accedere ad un vasto archivio di materiale, anche proveniente dall’estero, in particolare dai paesi anglosassoni;
•potersi confrontare con colleghi motivati ed aggiornati in tutta Italia e, se necessario, chiedere consigli o togliersi dubbi;
•poter collaborare con studi legali, assicurazioni, associazioni, sindacati, enti pubblici o privati che chiedono la nostra consulenza;
•poter partecipare a progetti di collaborazione con le Procure, e le associazioni che si occupano di violenza sessuale o abusi sui minori;
e soprattutto poter accedere agli Albi CTU per Infermieri Forensi che l’AIILF sta aprendo in ogni Tribunale italiano, una grande conquista professionale per la nostra figura.

Le linee programmatiche che il direttivo AIILF sin dal suo insediamento si era proposto sono state quasi tutte realizzate: abbiamo oramai consolidato i rapporti con le più importanti società scientifiche, abbiamo intensificato gli stessi con le Università e con molti collegi IPASVI.

Molti dei soci AIILF fanno parte degli albi CTU che abbiamo aperto ormai in molti tribunali italiani.

Così come cominciano a pervenire richieste da parte di colleghi ed avvocati per operazioni peritali che finora erano demandate ai soli medici legali.

Il buon livello scientifico che l’AIILF in pochi anni ha raggiunto è dimostrato dal fatto che la stessa è stata e continua ad essere presente con corsi, relazioni e letture, nei congressi delle più prestigiose società scientifiche ed associazioni.

L'AIILF è presente nel Centro di Eccellenza per la Ricerca e la Cultura Infermieristica, presso il Collegio IPASVI di Roma e, nell'International Board della IAFN."

Alla domanda n. 4 Cortigiano ha così risposto:

"Comprendo che il lavoro dei Collegi può essere o non ritenuto sufficiente o addirittura errato da parte di alcuni colleghi, ma spesso alla domanda 'Sei andato a votare?' la risposta è NO. I Collegi non sono perfetti, sono formati da persone. Più o meno competenti, più o meno appassionate professionalmente, più o meno volenterosi. Ma il Collegio siamo tutti noi infermieri. Ai colleghi che si lamentano dico andate a votare, partecipate alle assemblee, date un feedback al Consiglio, proponete idee. Solo così si può migliorare.

Che poi l'iscrizione annuale venga vissuta come una tassa iniqua, specie per chi lavora nel pubblico, questo è innegabile. Ma il problema non è il Collegio. Il vulnus del problema è la clausola vessatoria inserita nel contratto che riguarda l'esclusività.

Per questo ho molta più simpatia verso coloro che ricorrono al Tribunale per costringere le aziende a pagare la quota di iscrizione degli Infermieri, così come successo per gli psicologi dell'INPS.

Questo non tanto per risparmiare la quota di iscrizione, ma sopratutto perchè consentirà, una volta stabilito dalla Cassazione com'è prevedibile, di ottenere la cancellazione della suddetta clausola di esclusività.

Lasciando così finalmente libero l'infermiere di operare in libera professione, esattamente come succede per i medici del Servizio Sanitario Nazionale.

E questo, oltre ad essere un minimo guadagno economico sarà sopratutto una grande conquista professionale."

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