Dalla necessità di approfondire la disciplina infermieristica rivoluzionando l’università a quella di portare gli infermieri nella stanza dei bottoni. Dall'entusiasmo come motore di sviluppo professionale degli anni culminati con la responsabilizzazione dell’infermiere alle difficoltà odierne. Di questo e tanto altro ancora Marisa Cantarelli, prima teorica italiana dell’assistenza infermieristica, ha parlato nel corso di una lunga intervista con il Direttore di Nurse24.it, Ferdinando Iacuaniello. Insieme a loro Annalisa Silvestro, ex presidente della Federazione nazionale degli infermieri (ai tempi Ipasvi, oggi Fnopi), che con Cantarelli ha condiviso numerose battaglie, una fra tutte: l’abrogazione del mansionario.
Cantarelli: gli infermieri devono entrare nella stanza dei bottoni
Quella di Marisa Cantarelli - punto di riferimento essenziale nel mondo accademico infermieristico – più che un’intervista è una lucida, accorata e a tratti severa analisi dei processi che hanno portato alla progressione della professione e allo stallo degli ultimi anni.
Nelle sue riflessioni Cantarelli tocca tanti nervi scoperti di una categoria oggi molto provata dalle fatiche della pandemia, certo, ma soprattutto da quel si è sempre fatto così
che continua, in qualche sua più moderna (e malcelata) declinazione, a frenare l’evoluzione degli infermieri. Il tasto più dolente, oggi come non mai, è quello della formazione, rimasta in secondo piano rispetto alla sfera del management.
Quello che agli infermieri manca in questo momento è approfondire la disciplina
, evidenzia Cantarelli. Ovvero: è ancora troppo scarso il numero di ricercatori e ancor più di professori associati, per non parlare di quello, esiguo, dei professori ordinari.
Che il corso di laurea in Infermieristica sia ancora sotto l’ala delle Scuole di Medicina continua a rendere difficile formare infermieri con una chiara identità e porta avanti un sistema paradossale per cui se abbiamo dei professori ordinari, questi sono stati nominati da dei concorsi nei quali i professori erano tutti dei medici
.
Sviluppo dell’infermieristica in una scuola propria
Quella che Marisa Cantarelli immagina e auspica per il futuro è un’università gestita dagli infermieri
, una scuola di Scienze Infermieristiche che cominci a preparare dalla base i ricercatori e poi chi ha competenza potrà diventare associato e chi è associato potrà diventare anche ordinario seguendo una linea definita
.
Gli infermieri devono imparare ad insegnare bene la loro disciplina
Alla base di tutto questo, però, deve esserci un gruppo forte di infermieri che oltre all’insegnamento abbia il tempo e la possibilità di studiare, approfondire la disciplina
fino ad arrivare a dare dei contenuti veri al MED/45, in modo che si sappia esattamente cos’è un infermiere, che cosa fa, come lo fa e perché lo fa
.
Il tutto a patto che si garantisca stretta connessione tra ricerca, formazione e attività clinica, da considerarsi inscindibili per creare e trasmettere cultura e identità infermieristica. Come arrivarci? Per Cantarelli un buon coordinamento degli Ordini professionali, che vadano tutti nella stessa direzione
, potrebbe essere la via da percorrere.
Professione infermiere, è il momento per una nuova spinta in avanti
Ripensarsi, discutere, confrontarsi e lavorare per avere degli ordinari di Infermieristica allo stesso livello degli ordinari di altre discipline: per Cantarelli è il momento giusto per farlo
e ricorda come sia stata la capacità di “leggere” le situazioni e di credere fortemente nella necessità di cambiamento a portare alla responsabilizzazione degli infermieri con la cancellazione della lista della spesa
(il mansionario, ndr.) e tutto ciò che ne è conseguito.
Un entusiasmo che oggi è infiacchito; la risposta di Cantarelli alla domanda come stanno oggi gli infermieri?
, infatti, è ancora una volta molto accorta: hanno bisogno di essere stimolati, l’entusiasmo oggi manca a tutti i livelli
.
Che i tempi siano maturi per spingere su una formazione più strutturata, diversa, disciplinare, che metta gli infermieri nelle condizioni di assumersi tutta una serie di responsabilità
connesse ai mutati bisogni di assistenza dei cittadini lo pensa anche Annalisa Silvestro, infermiera e senatrice della Repubblica Italiana nella XVII° legislatura. Ma perché questo sia possibile le resistenze - intra ed extra professionali - da superare non sono poche. Su questo aspetto per Cantarelli una cosa è certa:
Bisogna entrare nella stanza dei bottoni, questo gli infermieri non lo capiscono. Perché non si rendono conto che un forte numero di loro rappresentanti nella stanza dei bottoni potrebbe essere utile?
Malgrado tutto, quello di un futuro di grande sviluppo autonomo e specifico, ricco di soddisfazioni e riconoscimenti professionali, per Cantarelli è un obiettivo alla portata degli infermieri. Ne hanno dato prova tangibile affrontando una pandemia che ha messo in ginocchio il mondo. Adesso guardando tutti verso un’unità di intenti e di identità professionale quell'obiettivo è ora di raggiungerlo. Quantomeno di parlarne e di discuterne ai tavoli che contano, ma seriamente.
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