Turni massacranti e infermieri sempre più avanti con gli anni. Marco Contro, presidente del Collegio Ipasvi di Rovigo, esprime il proprio pensiero riguardo le recenti cronache infermieristiche che molto hanno fatto discutere.
Un sistema in cui si lavora bene è un sistema che lavora bene
L’ormai tristemente nota vicenda del collega di Ancona, prossimo alla pensione, ha messo in luce le aberrazioni del sistema, che vede impegnati in turni massacranti infermieri sempre più avanti con gli anni (una media di 48 anni), i quali, anziché ricevere le giuste e doverose lodi per l’abnegazione con cui svolgono eroicamente la propria attività professionale, sono invece sottoposti a provvedimenti sanzionatori gravissimi, solo perché richiedono un po’ di riposo, al fine unico di ritemprarsi per poi poter continuare al meglio a prendersi cura dei propri pazienti
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Questo accade - spiega Contro - quando la responsabilità per il malfunzionamento di questo pericoloso e radicato sistema è fatta ricadere unicamente sul professionista che, quando chiede aiuto perché fisicamente esausto, rischia, come è successo ad Ancona, di vedersi applicare la normativa disciplinare senza che vengano in alcun modo considerate le circostanze particolari del caso concreto
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Tutto ciò ha causato enorme stupore e disappunto all’interno di tutta la rappresentanza istituzionale della comunità infermieristica, che ha condotto la Federazione Nazionale, per bocca della Presidente Barbara Mangiacavalli, ad intervenire presso il Ministro Lorenzin denunciando questi fatti gravissimi, non solo per esprimere la solidarietà dell’intera professione ai colleghi, ma soprattutto per invocare una soluzione ad una situazione inammissibile, che al danno aggiunge la beffa
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All’indomani dei fatti di Ancona e di altri casi simili, noi infermieri continueremo e proseguiremo comunque a svolgere con professionalità il nostro lavoro, perché, malgrado tutto, abbiamo la coscienza della nostra mission
Il presidente provinciale Ipasvi riflette poi sulla situazione sanitaria nazionale e locale. Tuttavia, un’amara riflessione sorge spontanea: che senso ha parlare di buona sanità e di benessere organizzativo quando si verificano simili abnormità, evitabili col solo uso di razionalità e buonsenso? Forse non è ancora chiaro a tutti che all’interno del sistema sanitario l’infermiere, per la sua formazione e per il percorso storico seguito dalla professione, rappresenta una figura chiave nel perseguimento dell’obiettivo comune di garantire un’assistenza qualificata ed adeguata a tutte le persone che, con fiducia, ricorrono alle strutture sanitarie per avere una risposta soddisfacente ai propri bisogni di salute. L’infermiere è una risorsa insostituibile da valorizzare anziché renderlo oggetto di ingiuste sanzioni
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Ciò che tutti noi infermieri chiediamo – conclude Marco Contro rivolgendosi, nello specifico, alle realtà sanitarie della provincia di Rovigo – non è certamente lavorare meno, ma lavorare meglio. Chiediamo solo di essere posti nelle migliori condizioni possibili per fornire assistenza adeguata e sicura, eliminando tutte le possibili fonti di rischio. Non solo. Chiediamo ed esigiamo il rispetto dovutoci come professionisti della salute sia da parte dell’utenza che da parte delle istituzioni e delle Amministrazioni presso cui svolgiamo con impegno la nostra attività professionale.
Come infermiere e come attuale presidente del Collegio Ipasvi di Rovigo, chiedo all’Azienda Ulss 5 Polesana e a tutte le strutture che erogano cure ed assistenza sul nostro territorio, di attivarsi investendo con serenità sulla sicurezza a 360 gradi, per individuare le eventuali disfunzioni e carenze del sistema e chiedo un concreto impegno sul fronte del benessere organizzativo, sul presupposto che un sistema in cui si lavora bene è un sistema che lavora bene
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