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Politica Infermieri

Gli infermieri e la sfida dell’impegno per una buona politica

di Sara Di Santo

Che gli infermieri impegnati in politica siano più numerosi, perché l’espressione del nostro pensiero sia presente in diversi luoghi decisori e perché gli infermieri si rendano protagonisti nel rendere il sistema più vicino al cittadino. Questo l’auspicio della senatrice Annalisa Silvestro, già presidente Federazione Ipasvi.

Silvestro: Società e politica hanno bisogno degli infermieri

Che cosa può fare la politica per la professione infermieristica? Lo abbiamo chiesto alla senatrice pd Annalisa Silvestro, in occasione del suo intervento al 35° Congresso Nazionale Aniarti.

La politica può e deve fare tanto – afferma Silvestro – ma innanzitutto occorre capirsi bene sul concetto di politica. Io la intendo come l’impegno di una persona a favore di una collettività, nella fattispecie di quella infermieristica, che con le sue 420.000 unità rappresenta uno spaccato molto importante.

In politica si deve parlare di infermieri e dovrebbero essere sempre più infermieri a farlo, per analizzare le attuali storture che portano dei professionisti - tra le altre cose - ad essere impiegati come lavapavimenti, ad esercitare in condizioni al limite della decenza e ad essere pagati una miseria.

Io credo che la società abbia bisogno dell’assistenza e della professione infermieristica. Credo che gli infermieri possano equilibrare il sistema e renderlo più vicino ai cittadini, superando posizioni anacronistiche di tipo corporativo e lobbistico, che determinano il radicamento in situazioni organizzative che non giovano né ai cittadini né agli infermieri stessi

Mi piacerebbe – continua Silvestro - che i miei colleghi capissero che parlare di politica significa parlare degli infermieri intesi come sottosistema di un sistema più ampio, per cercare di capire come valorizzare il loro ruolo all’interno della società.

In sanità non ci sono solo i medici ed una miscellanea indistinta di altri operatori. Ho speso molto del mio tempo in politica per far capire che chiamarci "paramedici" non è un modo per valorizzarci, ma forse addirittura un modo per offenderci

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