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Prima Guerra Mondiale: le Infermiere vere protagoniste

di Angelo

ConvegnoMilano2

Grande successo di pubblico e di critica alla commemorazione storica organizzata dall'Ipasvi milanese in collaborazione con varie società storiche civili e militari per l'occorrenza dell'anniversario della Prima Guerra Mondiale

MILANO. Gli Infermieri Italiani hanno voluto commemorare a Milano il centenario dall’entrata ufficiale della nostra Nazione nella Prima Guerra Mondiale, la prima realmente tecnologica e barbara fin da “produrre” 50 milioni di morti accertati e milioni di dispersi. Sono passati 100 anni da quando nel 1915 l’Italia, che fino a quell’ora nicchiava, ha deciso di prendere le armi e di mandare i suoi uomini all’attacco di un inizialmente impreciso nemico. Nella storia della prima guerra mondiale  del ’15-’18 sono entrate prepotentemente anche le infermiere che, per lo più volontarie, hanno salvato la vita a migliaia se non milioni di feriti militari e civili nel mondo allora in conflitto.

prima guerra mondiale convegno milanoAd organizzare l’evento lombardo, un vero e proprio Convegno Storico Nazionale sul tema "Il Piave mormorava", ben riuscito in ogni sua minima parte, è stato un apposito comitato frutto della collaborazione sinergica tra Collegio IPASVI Milano- Lodi-Monza e Brianza, So.I.S.A.I. (Società Italiana di Storia dell’Assistenza Infermieristica), A.S.I. (Accademia Scienze Infermieristiche) e Dipartimento Militare di Medicina Legale di Milano.

L’evento, svoltosi nei giorni scorsi presso l’ex-Ospedale Militare di Milano, rientrava nel Programma ufficiale delle commemorazioni del centenario della Prima Guerra Mondiale a cura della Presidenza del Consiglio dei Ministri , Struttura di Missione per gli anniversari di interesse nazionale, si intitola “Il Piave mormorava – Le infermiere italiane nella Prima Guerra Mondiale”, e puntava l’attenzione sul ruolo delle donne nel conflitto bellico e sulla nascita dell’infermieristica moderna.

L’intento iniziale è andato oltre ogni aspettativa, con il pubblico presente che è rimasto inchiodato alle sede dalle 9.00 del mattino alle 17.30 della sera, senza minimamente annoiarsi, attratto da foto, filmati, musiche, canti, documenti storici e testimonianze di un conflitto bellico ancora presente nella memoria dei più anziani e di riflesso in quella dei più giovani.

prima guerra mondiale

«Siamo doppiamente soddisfatti – spiega il presidente del Collegio Giovanni Muttillo – perché il Congresso ha voluto rievocare la Prima Guerra Mondiale da una prospettiva raramente indagata. Usando i diari dei combattenti, lettere, fotografie, cartelle cliniche (diari medici e infermieristici) e servendosi di materiale raro e spesso inedito, racconta la nascita dello “shell shock”, una malattia fino ad allora sconosciuta, di cui un gran numero di soldati, chiamati “scemi di guerra,” soffrì. L’evento è stato incentrato sulla figura delle infermiere, che hanno saputo fornire un valido, ineguagliabile contributo umanitario ai nostri soldati, dando lustro alla professione infermieristica tutta. Ma non solo: un altro motivo di soddisfazione è rappresentato dal fatto che l’iniziativa ha avuto il riconoscimento ufficiale delle commemorazioni del centenario da parte della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Segno che da una buona collaborazione istituzionale e associativa in rete possono discendere risultati importanti».

«Sono particolarmente fiero e orgoglioso – aggiunge il Colonnello medico Fabio Zullino, Direttore D.M.M.L. Milano – che il D.M.M.L. di Milano e il personale infermieristico in particolare diano il proprio fattivo contributo, in partnership con autorevoli esponenti del mondo infermieristico, accademico e istituzionale che da anni operano in crescente sinergia con la sanità militare, al Symposium dal titolo Il Piave mormorava – le infermiere italiane nella prima guerra mondiale. Con la celebrazione commemorativa in chiave congressuale e la rievocazione delle vicende e delle testimonianze di chi ha assistito i soldati sul fronte, si ripresentano collaborazioni tra il mondo militare e quello civile che oggi più che mai trovano nel confronto reciproco, nella disciplina, nella storia, grande cooperazione. Gli infermieri italiani, civili e militari, hanno percorso l’obiettivo comune di consolidare i valori e le tradizioni che la nostra storia ci ha tramandato; l’occasione è stata utile per riflettere sulle sfide del presente e del futuro».

«Ho aderito con piacere ed entusiasmo alla richiesta di contribuire, unitamente al collega Antonio Bortune, all’organizzazione del Symposium - ha ricordato Francesco Saverio Castellano, Primo Maresciallo sanità, Responsabile Servizio Infermieristico Tecnico Riabilitativo e Ausiliario del D.M.M.L. di Milano - un’occasione particolare per evocare il conflitto mondiale da una diversa prospettiva e condividere valori e tradizioni lasciati in eredità. I ricordi possono emozionare e motivare, ma innanzitutto stimolare a fare sempre di più e meglio credendo nella professione».

https://www.youtube.com/playlist?list=PLhQRUU2VrLJ9hwcYnvGsAVgww8YN1WqK4

E non è tutto.


«L’occasione del Centenario di commemorazione della Prima Guerra Mondiale – ha affermato il Presidente della So.I.S.A.I. Giancarlo Celeri Bellotti –, è motivo di “sano” vanto e orgoglio da parte della Società, quale partner del gruppo allargato che, con entusiasmo, sinergia ed esperienza, ha organizzato questo Congresso Storico Nazionale. L’assistenza infermieristica operata dalle nostre Infermiere, non senza rischi, pericoli e difficoltà, riprenderà vita in questa giornata, strutturata certamente per ricordarle sentimentalmente e affettuosamente, ma anche per mettere in evidenza quanto sia necessario avere, anche nel nostro Paese, personale d’assistenza preparato e organizzato».

Sono state le infermiere, come dicevamo spesso volontarie o di provenienza religiosa, a fare la differenza nella Prima Guerra Mondiale, affrontando la sfida di un’assistenza tutta da “costruire”, quasi da “reinventare” in nome di un’urgenza senza precedenti. L’evento bellico rappresentò in un certo senso il motore propulsore dell’infermieristica in Italia, infatti furono mobilitate circa 10 mila infermiere volontarie e un imponente apparato di soccorso e assistenza. In 41 mesi, furono impegnati tutti gli attori sanitari nella gestione del trasporto, del ricovero e cura di oltre due milioni e mezzo di feriti e ammalati.

In prima linea, l’organizzazione sanitaria, di fronte all’inaspettato afflusso di feriti, cercò di mettere in atto una stretta collaborazione con altre istituzioni come la Croce Rossa Italiana e il Sovrano Ordine Militare di Malta. Nelle regioni del fronte interno, invece, furono impiegate sia la Croce Rossa che la Sanità Militare a cui si aggiunse anche il sostegno di migliaia di donne organizzate in comitati civili per l’assistenza, supportati dalle istituzioni comunali e ospedaliere.

Figure la cui importanza non ha sempre ottenuto la dovuta attenzione. «Accademia Scienze Infermieristiche – commenta la presidente Paola Arcadi – ribadisce il proprio interesse nel promuovere iniziative volte a rintracciare nella storia l’impegno infermieristico e a stimolare la riflessione sui fatti storici che hanno riguardato la professione. Si tratta di un contributo per ricostruire le radici della cultura e dell’identità infermieristica stessa. Questa giornata congressuale è dunque per noi fonte di orgoglio, poiché abbiamo affrontato un momento storico che ha visto toccare con mano quanto l’assistenza profusa dalle infermiere impegnate nel conflitto abbia contribuito ad alleviare sensibilmente le ‘ferite’ (fisiche, psicologiche, spirituali) riportate sul fronte della Prima Guerra Mondiale, consegnando ai posteri una testimonianza di dedizione e competenza che ancora oggi permane viva nel suo valore».

Presenti all’appuntamento diverse delegazioni della Croce Rossa Italiana. Le Infermiere Volontarie della CRI, infatti, partite per il fronte motivate e con alle spalle un percorso formativo serio e disciplinato, prestarono servizio e rientrarono alle loro dimore dislocate su tutta la penisola come Corpo femminile della più grande associazione umanitaria del mondo.

E’ a loro e a tutte le donne del conflitto che Muttillo ha voluto dedicare un grande applauso.


Alla commemorazione hanno preso parte diversi infermieri e medici che si sono confrontati con relazioni storiche nate da anni di studi negli archivi delle Istituzioni civili, religiose e militari.

Tra gli altri sono intervenuti: Marisa Siccardi, infermiera, docente universitaria, storica e volontaria in zone di guerra; i già citati Castellano e Bellotti; il medico-chirurgo M. Riva; la coordinatrice lombarda della CRI C. Caraffa; le infermiere e storiche Anna La Torre, M. Contini, M. Sinatra e Monica Patras; il militare Antonio Bortune; Molto seguito lo studio sugli ospedali militari e sul sistema dell’urgenza/emergenza creato a Milano in occasione della Grande Guerra, curato da Danilo De Leo.

Tra gli altri c'è da citare l'azione di coordinamento e le doti canore di Paola Arcadi, infermiera e fine cultrice di eventi e manifestazioni culturali, che ha presentato brani utilizzati dai soldati nella Prima Guerra Mondiale o rivisitati dai cantautori italiani di ieri e di oggi.

Gli interventi hanno spaziato dalla storia delle infermiere italiane ed estere alla realizzazione di una rete sanitaria militare in epoca di guerra.

L’appuntamento si è concluso con lo splendido spettacolo di Mario Spallino (Emercency) che ha fatto il punto comico/tragico sulle varie guerre mondiali, da quelle che si combattevano via terra a quelle che oggi si svolgono tramite robot telecomandati.

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