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Più infermieri in reparto e più preparati per ridurre i danni, lo stabilisce uno studio europeo

di Angelo

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BERNA. Ora arriva uno studio internazionale a sancire un assioma di cui da tempo ci occupiamo: gli infermieri stressati, stanchi e sommersi di lavoro causano più errori e quindi più danni ai pazienti e al sistema sanitario di una nazione (se vien visto soprattutto dal punto di vista dei risarcimenti pecuniari). In altre parole conviene assumere più infermieri anziché pagare esose assicurazioni e rimborsi per lesioni colpose/dolose. La ricerca ha riguardato 300 realtà ospedaliere e circa 430.000 paziente con oltre 50 anni d'età ed è stata pubblicata sulla rivista scientifica inglese "The Lancet".

I paesi più evoluti sanitariamente parlando d'Europa (toh! non c'è l'Italia!) sono stati interessati nello studio che ha dimostrato che un organico ben preparato, motivato e soprattutto non oberato di carichi di lavoro "produce" meno danni del solito e addirittura favorisce le casse pubbliche riducendo il ricorso al risarcimento.

 

La ricerca, spiega "The Lance", è la prima nel suo genere ed è stata condotta su dati di nosocomi di Belgio, Inghilterra, Finlandia, Irlanda, Paesi Bassi, Norvegia, Spagna, Svezia, Svizzera. L'autore della ricerca è Linda Aiken (University of Pennsylvania).

 

Da una parte serve assumere infermieri in numero sufficiente, dall'altra occorre formarli a dovere. Sotto la lente della Aiken sono finiti anche 26.500 infermieri. Dall'analisi dei dati è emerso con chiarezza che ogni paziente "extra" aggiunto al carico di lavoro normale di un infermiere (con il rapporto 1 a 6) aumenta il rischio di morte del paziente a 30 giorni dal ricovero del 7%, mentre un aumento del 10% nel rapporto di infermieri con un diploma di laurea sul totale degli infermieri in forze in un certo ospedale riduce questo rischio del 7%.

 

Ad esempio: in ospedali dove c'è un rapporto infermiere/paziente di 1 a 6 e la proporzione di infermieri con diploma di laurea è del 60% o maggiore, il rischio di morte a 30 giorni dal ricovero sarà quasi del 30% più basso che in ospedali con un rapporto infermiere/paziente di 1/8 e una proporzione di infermieri laureati del 30%.

 

Assodato questo, chiediamo alla nuova-vecchia Ministra della Salute, Beatrice Lorenzin, di ripensare seriamente allo sblocco del turn-over e di proseguire con l'assunzione di nuovo personale infermieristico, che beneficerebbe un po’ tutti: lo Stato (economicamente parlando), gli infermieri (meno disoccupati nella categoria) e in primo luogo i pazienti, che ovviamente non vogliono andare in ospedale per... morire prima del dovuto!

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