PERÙ. Hanno deciso di abbandonare le loro posizioni lavorative e di scendere in piazza occupando da diversi giorni le strade di Lima. Centinaia di infermieri e infermiere della pubblica amministrazione peruviana, già da anni, rivendicano la valorizzazione della loro professionalità.
Chiedono che il loro stipendio si inserisca in una scala salariale simile a quella dei dentisti o chimici e soprattutto migliori condizioni di lavoro.
Secondo il leader sindacale che riunisce 10.000 infermieri, la protesta vuole rivendicare la mancata assunzione di 1.700 professionisti destinati a coprire i posti vacanti e quindi a non sovraccaricare il personale già in servizio. La richiesta ulteriore sarebbe quella di assicurare forniture e attrezzature mediche agli ospedali e migliorare i servizi di emergenza.
Giorni fa, durante un sit-in fuori dell'ospedale Edgardo Rebagliati, il principale della capitale peruviana, centinaia di infermieri sono scesi in strada indossando le loro uniformi da lavoro e si sono legati con una lunga catena mentre sventolavano bandiere contro l'EsSalud (centro di coordinamento del istema sanitario peruviano).
Come parte della loro protesta, il resto degli scioperanti ha tenuto cartelli con le loro richieste in vista e bruciato l'effigie del presidente di EsSalud, Virginia Baffigo. Secondo i media locali, EsSalud ha iniziato a licenziare gli infermieri che hanno aderito allo sciopero nazionale poiché dichiarato illegale dal Ministero del Lavoro.
"C'è oppressione da parte delle autorità contro gli infermieri in Perù. Essi non ricevono stipendi adeguati e hanno un sovraccarico di lavoro considerando la grave carenza infermieristica", ha detto il sottosegretario del sindacato Rosana Saldaña.
Anche dall'altra parte, nel nord del paese, diverse decine di infermieri stanno sfilando in corteo per la città di Chiclayo.
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