Non si possono chiamare infermieri in pensione quando c'è l'emergenza. Programmiamo prima, pensiamoci prima, formiamo prima il personale in maniera adeguata per non avere problemi dopo
. Così Maurizio Zega, presidente dell'Ordine infermieri di Roma, sulla necessità di aumentare posti disponibili per i corsi di laurea in infermieristica per far fronte alla carenza di infermieri che la pandemia da Covid-19 ha mostrato in tutta la sua gravità.
Servono più infermieri, Opi Roma: aumentare i posti all'università
Si fa presto a salire quanto a scendere nelle attenzioni collettive. Vedendo i numeri dei colleghi colpiti dal Covid possiamo dire che abbiamo subito molto con circa 5mila colleghi che soltanto a Roma sono stati contagiati facendo il proprio lavoro. Essere visti come untori è brutta come immagine e la respingiamo visto che 6 colleghi non ce l'hanno fatta dopo aver contratto il virus in servizio
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Così Maurizio Zega, presidente dell'Ordine delle Professioni Infermieristiche di Roma (Opi), intervenuto nel programma "Gli Inascoltabili" in onda su Nsl Radio. Gli infermieri - spiega il presidente dell'Opi - sono gli unici e purtroppo gli ultimi che restano vicini ai pazienti e il rischio di contagio è alto. Per noi la scienza è quella che è dimostrata e i vaccini sono l'unica risposta reale. Noi rispondiamo alla vaccinazione in maniera coesa e i numeri ci stanno dando ragione. La quasi totalità di colleghi sono vaccinati e non perché l'Inail non riconosce l'eventuale infortunio ma perché lo riteniamo corretto, come recita anche il nostro articolo 1 dell'Ordine professionale
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Se qualcosa di buono ha avuto la pandemia - prosegue Zega - è stato averci fatto scoprire i vulnus nel nostro sistema sanitario. Manca un'evoluzione e la pandemia ci ha detto che è necessario un cambio di paradigma. Noi chiediamo alla Regione Lazio di rivedere e di estendere la proattività messa in campo sulla pandemia quale risposta territoriale su tutte le patologie. Oggi abbiamo una popolazione anziana che è superiore a quella giovane. La base piramidale è quella più trainante ma l'Italia è un Paese dove la piramide sociale è capovolta con tanti anziani e pochi giovani. Il sistema sanitario non può continuare a rispondere come se tutti i bisogni siano di carattere acuto continueremo a spendere sempre molto mentre rendere più appropriata la risposta sanitaria significherebbe diminuire la spesa e rendere più sostenibile il sistema sanitario
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Abbiamo scritto una lettera a Zingaretti e all'assessore alla Sanità della Regione Lazio come Coordinamento degli Ordini del Lazio - dice ancora - per chiedere delucidazioni sulla formazione degli infermieri, su base nazionale lo scorso anno avevamo circa 12mila e 500 infermieri in meno rispetto al fabbisogno organico. Un numero importante soprattutto di fronte ad una pandemia che continua ad avanzare. Abbiamo detto alla Regione, lo ripetiamo da anni, che è inadeguato il numero di posti all'università per la formazione infermieristica e abbiamo chiesto di sostenere le spese per le sedi periferiche dell'Università che sono dentro le aziende ospedalierie perché le aziende e le Asl stanno ritirando la loro disponibilità alla formazione degli infermieri e questo non farà altro che peggiorare la situazione.
I dati Censis - conclude Zega - dicono che abbiamo 200mila infermieri in meno rispetto alla Francia, rispetto alla Germania addirittura 400mila in meno. Forse dobbiamo rivedere tutto dalla base e non tentare di fermare l'acqua con le mani quando non riusciamo a trovare gli infermieri. Non si possono chiamare infermieri in pensione quando c'è l'emergenza, programmiamo prima, pensiamoci prima, formiamo prima il personale in maniera adeguata per non avere problemi dopo
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FrenkiDePassio
3 commenti
Good!
#2
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