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Delibera OSS Veneto, interpellanza urgente alla Camera

di Redazione Roma

Prima firmataria l’On. Boschi, che rivolgendosi al ministro della Salute, Roberto Speranza, chiede quali iniziative il governo intende adottare sulla delibera della Regione Veneto sugli OSS, per assicurare adeguati standard qualitativi ai servizi socio sanitari. L’interpellanza riporta alcune note diramate dalla Fnopi.

Diritto alla salute e qualità dei servizi, interpellanza IV alla Camera

Il diritto all’assistenza nelle residenze sanitarie assistenziali deve garantire la sicurezza degli ospiti e il mantenimento di standard assistenziali e sanitari adeguati, nel rispetto delle qualifiche professionali e della salute degli assistiti. È quanto rimarca l’On. Maria Elena Boschi (Italia Viva), prima firmataria dell’interpellanza urgente alla Camera dei deputati, rivolta al ministro della Salute, Roberto Speranza, in rimando agli standard qualitativi dei servizi sociosanitari dopo la delibera della Regione Veneto sull’iter di formazione complementare dell’Oss.

L’interpellanza – firmata anche dagli onorevoli Sara Moretto (Pd), Lisa Noja (Pd) e Davide Bendinelli (Italia Viva) – riporta alcune note pubblicate nel portale della Fnopi che, nel frattempo, ha dato mandato ai propri legali per impugnare l’atto.

L’interpellanza – che segue le interrogazioni di più forze politiche sullo stesso tema presentate nelle scorse settimane dalle onorevoli Alessia Rotta e Stefania Mammì, rispettivamente Pd e M5S – sottolinea come il coordinamento degli Ordini delle professioni infermieristiche veneti ritenga irricevibile la delibera del Veneto che, approvando il corso di “Formazione complementare in assistenza sanitaria dell’Operatore socio sanitario” (su proposta dell’assessore alla Sanità e ai Servizi sociali, Manuela Lanzarin), trasferisce agli Oss – mediante un’integrazione formativa regionale – competenze esclusive della professione infermieristica.

Nella medesima interpellanza a firma dall’On. Boschi viene segnalato, poi, che molte strutture venete non sono tipicamente residenze sanitarie assistenziali (Rsa), ma Centri servizi per anziani residenziali (Csa) che, da pianta organica, non presentano un direttore sanitario interno e gli utenti sono seguiti dai medici di base.

Restando nel nord Italia, in maniera analoga il coordinamento degli Opi lombardi ha diffuso un comunicato per esprimere tutta la sua preoccupazione in merito alla deliberazione della giunta regionale del Veneto n. 305 - seduta del 16 marzo 2021, mostrando in particolare dubbi sull’iter formativo non universitario degli Oss nonché riconoscendo le difficoltà che attualmente le strutture residenziali stanno subendo a causa della carenza di infermieri, anche in Lombardia. Sulla medesima linea anche i coordinamenti di altre regioni: Trento, Piemonte, Campania, Puglia.

E ancora, gli Opi dell’Emilia Romagna hanno parlato di un vero e proprio colpo di mano da parte del Veneto, nella decisione di ampliare le competenze degli operatori socio sanitari, così da non aver bisogno di infermieri. Il coro dei coordinamenti degli Opi regionali è, appunto, unanime: la delibera del Veneto che consente agli Oss di eseguire alcune prestazioni sui pazienti è inammissibile, a maggiore ragione nel corso dell’emergenza pandemica, e potrebbe recare pericolo sia alla persona assistita sia gli operatori, configurando altresì profili di dubbia legittimità e responsabilità professionale.

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Stefan0

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1 commenti

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#1

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