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Bologna, Sanità del futuro: le proposte degli Ordini professionali

di Redazione

La presenza della Direzione Assistenziale nella ‘stanza dei bottoni’; difesa ed estensione delle buone pratiche per quel che concerne il ruolo delle professioni sanitarie nei Dipartimenti di continuità; un maggior spazio nell’Università, con percorsi formativi ad hoc e la presenza di Associati ed Ordinari delle Professioni Sanitarie.

Sono queste le tre richieste fondamentali contenute nel documento che gli Ordini delle Professioni Infermieristiche, della Professione di Ostetrica, dei Tecnici Sanitari di Radiologia Medica e delle Professioni Sanitarie Tecniche, della Riabilitazione e della Prevenzione della provincia di Bologna hanno consegnato oggi al presidente della Conferenza Territoriale Socio Sanitaria Giuliano Barigazzi durante l’incontro convocato per discutere del progetto sulle forme di integrazione nell’Area metropolitana di Bologna.

I tre Ordini partono da una (amara) constatazione. Il progetto al centro del confronto – spiegano i Presidenti Giurdanella, Tinti e Trenti – presenta notevoli opportunità di revisione profonda del modello e dell’assetto organizzativo dell’assistenza sanitaria metropolitana, ma le Professioni sanitarie non vengono mai citate seppure svolgano un ruolo fondamentale.

Tre le proposte per invertire questa tendenza. La prima riguarda la funzione strategica. "Per rispondere a nuovi e più complessi bisogni di salute dei cittadini" le professioni sanitarie sono pronte a giocare il proprio ruolo: per farlo essenziale può essere il "posizionamento della Direzione Assistenziale quale ‘quarta’ funzione della Direzione Strategica” che “andrebbe a definire il rappresentante di diritto delle Professioni sanitarie di ogni Azienda, all’interno dell’organismo di supporto dell’Organo di Governo Metropolitano”.

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