ROMA. Si è svolto oggi presso la sede della Conferenza delle Regioni l’incontro tra il Comitato di settore e le OO.SS. e le Confederazioni rappresentative nei rispettivi comparti e aree dirigenziali, “Come infermieri chiederemo una sezione contrattuale per le professioni sanitarie.” Questo il commento di Bottega, segretario NURSIND.
In disaccordo - Nursind - con la disponibilità da parte sindacale, unanime, di sedersi ai tavoli per una riapertura della contrattazione anche se solo per la parte normativa per sottoscrivere un contratto “innovativo”. Un rinnovo contrattuale puramente normativo, che abbia qualche aspetto positivo per i lavoratori è quasi impossibile realizzarlo in assenza di risorse economiche certe.
La sanità - continua - ha già dato ampiamente il suo contributo al risanamento delle finanze pubbliche con la contrazione del personale dipendente esito del blocco del turn over, con il blocco stipendiale che dura da anni, con l’innalzamento della professionalità e responsabilità richiesta a seguito dei mutati modelli organizzativi, delle nuove tecnologie dei contesti sempre più complessi di azione. Di innovativo ci poterebbe essere che si applichino intanto i contratti esistenti.
Prima di iniziare la contrattazione occorre necessariamente stabilire quali sono i comparti e le relative aree per cui si contratta. Perplessità espressa dalla confederazione di riferimento, CGU CISAL, a cui Nursind aderisce. A normativa invariata sarebbe impossibile in tempi brevi aprire una contrattazione su nuovi comparti, come vogliono le Regioni.
La questione posta dalla CGU CISAL ha provocato la risposta che è necessario sicuramente un intervento legislativo per definire all’interno dei comparti sezioni di contrattazione su cui misurare la rappresentatività. “Come Nursind – conclude Andrea Bottega – presenteremo una richiesta di individuare una sezione per le professioni sanitarie a parte all’interno del comparto che potrebbe comprendere la parte sanitaria e le regioni.
Effettivamente la parte amministrativa potrebbe essere trasversale alla sanità, agli enti locali e alle regioni; questo agevolerebbe anche la mobilità in caso di riorganizzazioni.”
Rimane tuttavia aperto il problema del calcolo della rappresentatività delle Confederazioni sindacali ancorata dal Dlgs 165/2001 alla definizione dei comparti piuttosto che delle sezioni contrattuali.
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