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Lenzuola ai balconi, la protesta degli infermieri per la carenza di personale

di Redazione

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NAPOLI. A distenderle sono gli infermieri dell'ospedale San Paolo di Napoli, per focalizzare l'attenzione dei media sulla carenza cronica di personale infermieristico.

La carenza di personale che colpisce tutta la provincia partenopea, causa il blocco del turover che ormai da anni blocca le assunzione nella Regione Campania.

La protesta è stata organizzata ieri mattina, dagli infermieri del presidio, la preoccupazione è quella di una riduzione del personale, dopo la perdita degli infermieri rientrati al presidio "San Gennaro", provvisoriamente assegnati in attesa della ristrutturazione.

 

La direzione dell'azienda ha smentito categorigamente la presunta riduzione di personale e ha chiesto conto della protesta, disponendo la rimozione delle lenzuola dai balconi dei reparti. 

 

Immediata la solidarietà del Presidente del collegio IPASVI di Napoli, Ciro Carbone, che oggi ha dichiarato, La protesta degli infermieri dell’Ospedale San Paolo è sacrosanta e riceve la nostra piena adesione. Essa è in totale sintonia con quanto da tempo denuncia il Collegio degli infermieri di Napoli” . È quanto si legge nella nota stampa a commento la protesta delle lenzuola attuata ieri dal personale infermieristico dell’Ospedale Flegreo e che potrebbe estendersi ben presto ad altre strutture sanitarie.

 

Da tempo stiamo dicendo che il limite di sopportazione è stato ampiamente superato”, aggiunge Carbone. “Non vorremmo che la protesta dilagasse negli altri presidi sanitari, dove turni massacranti, demansionamento, pesanti carichi di lavoro, stanno stremando i colleghi infermieri e le  infermiere pediatriche. Siamo preoccupati – avverte infine Carbone − per il possibile dilatarsi della protesta, ma anche per quel che potrebbe succedere nel caso la sanità cittadina si dovesse confrontare con l’allarmante diffondersi dell’Ebola. Con organici ampiamente insufficienti a gestire l’ordinarietà, andremmo incontro a gravissime difficoltà in caso di allarme. Giriamo il problema ai vertici regionali della sanità ai quali abbiamo già inviato in tempi non sospetti il nostro allarme occupazione”. 

 

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