BARI. Voglia di confronto su argomenti che riguardano la professione, cosi è iniziata la conversazione con Saverio Adreula - Presidente collegio IPASVI di Bari - che ci ha raccontato di volerlo esternalizzare a tutti i suoi colleghi, indirizzando loro una lettera aperta. La riflessione, scaturita successivamente al consiglio nazionale IPASVI, tenutosi lo scorso 7 e 8 giugno.
C'è stato "silenzio netto", dopo la relazione introduttiva letta dalla Presidente - racconta Adreula - che ha toccato una serie di argomenti particolarmente rilevanti. Dal contenimento dei costi e le razionalizzazioni, passando poi al fabbisogno formativo e l’occupazione, finendo con la libera circolazione delle professioni in Europa e il campo di attività degli Infermieri. Vista la situazione professionale attuale, in ogni parte del Paese, su argomenti di così grande rilevanza, era d’obbligo, un dibattito serrato.
Cosi in queste ore, ci confessa Adreula, tutti i Presidenti provinciali d’Italia riceveranno una email con l’attenta analisi promossa e attuata dal Collegio di Bari, frutto d’iniziative a cui hanno aderito moltissimi iscritti. L’obiettivo è quello di aprire un confronto.
E’ un fiume in piena - Adreula - Il mondo deve sapere che siamo alla presenza di un fenomeno nuovo di "disoccupazione infermieristica", non tanto quanto conseguenza di una cattiva programmazione, né come conseguenza di una diminuzione dei problemi di salute della gente. Semplicemente non vengono assunti infermieri per il semplice fatto che sono tagliati servizi e perché le condizioni economiche del paese non sono compatibili con le necessità della gente.
...Già da molti anni raccomandavano interventi di razionalizzazione che solo in pochi casi hanno trovato una pratica applicazione, ma i tagli sono stati spaventosi, comunemente "lineari" e senza un progetto all’origine di riorganizzazione dei servizi. Le riflessioni e le successive azioni non devono essere tanto "giustificative" dei contenimenti raccomandati dal legislatore, quanto di chiara determinazione delle possibilità nel dare risposta ai bisogni di salute delle persone, tenuto conto delle risorse disponibili e la garanzia dei livelli di sicurezza nei confronti dei pazienti e degli operatori.
...Dobbiamo ripensare l'intero sistema sanitario, a partire dalle nuove necessità, tenuto conto sia delle mutate situazioni epidemiologiche, demografiche e sociali, sia dello sviluppo scientifico e tecnologico che ha pesantemente mutato le necessità di funzionamento del sistema stesso.
Con tutte queste premesse interessanti e giuste, quali sono le proposte?
...Forse è il caso di riportare in maniera chiara e inequivocabile il rapporto medici / ‰ abitanti e il rapporto infermieri / ‰ abitanti, in maniera comparata tra i paesi OCSE. Piuttosto che richiamare l'attenzione alle situazioni stipendiali a 5 anni dal conseguimento della laurea (in confronto con altri corsi di laurea), forse è meglio evidenziare, relativamente ai paesi OCSE, la comparazione della numerosità tra medici e infermieri ‰ abitanti, con chiara evidenza che la componente medica è ai primi posti e la componente infermieristica occupa il terzultimo posto.
..Forse è giunto il momento per la politica di assumersi le proprie responsabilità. Dove eravamo Noi (istituzione) quando nel piano sanitario 2011-2013 la politica ci ha detto che se mancano Infermieri il problema non si pone poiché si possono importare?
..E dove siamo oggi, e cosa facciamo per rendere evidente il nostro disagio (come cittadini e come professionisti) di fronte ai tagli di risorse che stanno interessando l'intero Paese?
Termina con una considerazione - Colpisce che le altre professioni sviluppino in maniera fortissima la propria auto-determinazione, mentre noi attendiamo che altri decidano per noi!
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