Procedibilità d'ufficio, inasprimento delle pene per chi aggredisce e obbligo per le Aziende di costituirsi parte civile. Queste alcune delle modifiche al Ddl antiviolenza approvato dalle Commissioni congiunte, Giustizia e Affari Sociali, della Camera.
Ddl contro aggressioni ai sanitari, ok dalle Commissioni della Camera
Nel pomeriggio di giovedì 13 febbraio le Commissioni congiunte, Giustizia e Affari Sociali, hanno approvato il ddl contro la violenza sugli operatori sanitari e sociosanitari già licenziato dal Senato nei mesi scorsi.
Al testo, che dovrebbe approdare in assemblea il prossimo 21 febbraio, sono state apportate però alcune modifiche: no alla qualifica di pubblico ufficiale a medici e personale sanitario e socio sanitario in servizio, ma sì a tutte le tutele che la qualifica di pubblico ufficiale comporta, ossia procedibilità di ufficio e aggravio delle pene per chi commette aggressioni ai loro danni.
Ma non è tutto. Nei processi di aggressione nei confronti dei propri operatori sanitari nell’esercizio delle loro funzioni, infatti, le Aziende sanitarie avranno l'obbligo di costituirsi parte civile.
Tra i nodi principali, proprio quello riguardante la qualifica di pubblico ufficiale per gli operatori sanitari per il personale sanitario in servizio. Lo stop a questa proposta, riporta Quotidiano Sanità, è arrivato dopo che la Commissione Giustizia aveva espresso il suo parere contrario al riconoscimento, in quanto sarebbe stato “improprio” attribuirla a figure professionali della sanità, caricandole anche di aggravi di responsabilità non consoni.
Posizione avvalorata anche dalla Consulta delle professioni sanitarie e socio sanitarie; su questo punto la Commissione Affari Sociali ha dunque deciso di allinearsi alle posizioni espresse dalla Commissione Giustizia oltre che dalla Consulta delle professioni.
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