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Le cure sanitarie e l'infermieristica in tempo di crisi: diamo lavoro ai colleghi!

di Redazione

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di Saverio Andreula (*)

 

BARI. L’attuale crisi economica sta “aggredendo” i diritti sanitari costituzionalmente garantiti dei cittadini e con essi il nostro essere professionista, oltre ogni misura. Sono in forte aumento i cittadini che rinunciano alle cure sanitarie (sempre meno pubbliche e sempre più private) e risulta in forte aumento anche la crisi occupazionale degli infermieri (non certamente perchè sono migliorate le condizioni di salute della gente... ma semplicemente perchè sono cambiate le condizioni economiche del paese).

I recenti provvedimenti legislativi in tema di contenimento della spesa, hanno confezionato un’offerta sanitaria pubblica sempre più “compartecipata” dal cittadino, con l’evidente conseguenza che anche banali “controlli sanitari preventivi”, i cosi detti “Check-up”, sono accantonati o rimandati a tempi migliori, salvo che non sia imprescindibile, alla faccia di principi e valori costituzionali legati al vituperato concetto della salute che la politica continua imperterrita a somministrarci: “La prevenzione prima di tutto”?. E quando l’emergenza ti costringe a decidere subito, si opta con maggiore frequenza per la struttura privata (in forte aumento e senza monitoraggi) o eventualmente convenzionata, più comoda, con una lista d’attesa accettabile, costosa (per ora) quanto ospedali e ambulatori. Le comunicazioni istituzionali ci inducono a supporre che non abbiamo ancora toccato il fondo. Infatti, il Sistema Sanitario Nazionale rischia il collasso fi nanziario e conseguentemente mina l’equità dell’accesso alle cure, non più garantite. Insomma, un altro pezzo di welfare cui bisogna dire addio.

 

E’ di tutta evidenza che la crisi economica pesa anche su di noi infermieri e più in generale sul settore infermieristico. Tanto è quanto emerge da uno studio comparativo di 34 Paesi europei realizzato dalla Federazione europea delle associazioni infermieristiche (E.F.N). Secondo il rapporto, infatti, negli ultimi tempi si è assistito a una riduzione dei posti di lavoro in tutta Europa, al taglio degli stipendi degli infermieri, al congelamento dei salari e a minori percentuali di assunzioni e di mantenimento dei posti di lavoro. Si osserva, in tale situazione, la richiesta di maggiore lavoro per gli infermieri per mantenere standard di qualità
accettabili (quali)? Senza dimenticare che la mancanza di attrezzature, le forniture ridotte e il personale inadeguato mette quotidianamente a rischio la vita dei pazienti.

 

Altri dati inquietanti, evidenziati nel rapporto della federazione europea a riguardo della situazione specificatamente italiana, si riferiscono alla chiusura di ospedali e strutture sanitarie; alla documentata circostanza che l’educazione/formazione infermieristica abbia ricevuto meno fondi rispetto all’educazione/formazione medica e ancora, che l’assistenza domiciliare e quella agli anziani sia spesso affidata a immigrati senza qualifiche e quindi senza una preparazione professionale adeguata. Il quadro che emerge preoccupa tutti con sensibilità diverse. Forse, gli argomenti trattati dalla “libera” Federazione Europea delle Associazioni Infermieristiche, dovrebbero impegnare anche la FEPI (Federazione Europea degli enti regolatori e delle autorità competenti per la professione infermieristica), cui, com’è noto aderisce la Federazione nazionale IPASVI, che vanta la qualifi cata presenza di due esponenti italiani (Rocco Gennaro nella qualità di vice presidente e Ciro Carbone già presidente del Collegio IPASVI di Napoli e autorevole componente del comitato centrale della Federazione Nazionale).

 

Il nostro Paese quindi, è alle prese con una situazione di crisi economica particolarmente grave che innesta una serie di fenomeni in progress che si riflettono, come detto, negativamente sugli infermieri e, in particolare sui cittadini. In ogni regione d’Italia la crisi morde e presenta ai cittadini e di rifl esso agli infermieri, conti salatissimi.

 

In Puglia, alcuni degli argomenti oggetto dell’analisi fatta dall’E.F.N., sono stati esaminati nel dettaglio e presentati in una affollata pubblica conferenza (con 700 partecipanti) il 16 febbraio scorso dal Collegio Infermieri di Bari dall’espressivo titolo: “Formazione & Occupazione infermieristica”.

Le equazioni declinate al tema e prese in considerazione sono state principalmente due: i bisogni della gente e la sostenibilità economica del welfare sanitario.

L’analisi e l’approfondimento che il Collegio di Bari ha ritenuto di esaminare e condividere è frutto di una evidente crisi che non può lasciare inoperoso il mondo della rappresentanza professionale a tutti i livelli. Il quadro che è emerso dalla ricerca effettuata dal Collegio e presentato in conferenza è desolante sul piano dell’occupazione infermieristica e sulle prospettive.

 

Molto contestati i dati di Almalaurea (anno di indagine 2011) relativi all’occupazione infermieristica entro un’anno dal conseguimento della laurea. Anche i tassi di occupazione infermieristica ripresi da Almalaurea, dall’indagine prodotta, rispetto ai dati rilevati sono incongruenti. L’iniziativa del Collegio di Bari ha segnato la via alla Senatrice/Presidente Annalisa Silvestro. Ci sono voluti sei (6) mesi per la Presidente dell’Ipasvi per farsi ragione della critica situazione occupazionale degli infermieri e affrontare il tema in una specifica seduta di Consiglio Nazionale di giugno c.a. molto affollato e poco partecipato nei contenuti (nessun dibattito sulla relazione presentata).

 

Molti si chiedono: quali le azioni concrete che la Senatrice/Presidente intende proporre e attuare se si considera che la stessa e il suo staff (da oltre un ventennio alla guida della FNC – Collegi IPASVI) ha totalmente ignorato i contenuti del Piano sanitario nazionale 2011-2013? (vedi filo diretto n. 3/4 del 2012).

 

Forse, la stanchezza di un ventennio di Presidenza IPASVI si fa sentire? Che sia giunto il momento di cambiare? Con nuove facce, nuovi stimoli, nuove idee, ... magari investendo nei giovani colleghi? Tanto eviterà “flop mediatici” come quello sotto riportato riguardante il sostegno ad un disegno di legge populista.

 

Presidente, promuova la staffetta generazionale nell’ambito della rappresentanza IPASVI.

 

Il resto del servizio lo trovate su: "Filodiretto" - Anno XXXI/ numero 3/4 maggio/agosto 2013 / Poste Italiane / Sped. in A.P. / Filiale di Bari / Registrazione Tribunale di Bari n° 732/83 - Periodico dei Collegi IPASVI delle Province di Bari e Bat (Barletta-Andria-Trani).

(*) Presidente Collegi IPASVI della Puglia

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