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dalla redazione

Lavoro per gli infermieri disoccupati e precari: a Pugnochiuso una Ipasvi fuori dai tempi e dalla realtà contingente

di Angelo

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PUGNOCHIUSO. Il lavoro e il debellamento del precariato restano ad oggi le questioni più importanti da risolvere nel campo infermieristico moderno, dove ormai circa 40.000 colleghi, tra neo-laureati e precari, urlano da tempo perché venga accolto il loro grido, disperato, d'aiuto.

Ad un incontro come quello di Pugnochiuso sul Gargano ci si aspettava la presa di posizione di quei presidenti di collegi Ipasvi che si sono più volte e in più occasioni autodefiniti "all'avanguardia", si attendevano proposte concrete per ridare speranza a migliaia di Infermieri italiani che tutti i giorni bussano alle porte di cliniche private e di aziende interinali nel vago tentativo di trovare occupazione (seppur momentanea), vista l'impossibilità di accedere alle strutture pubbliche per l'esiguità dei posti messi a concorso.

 

Da una "quattro giorni" come quella pugliese appena ultimata e che verteva su un tema importante quale "L'infermieristica italiana oggi e le prospettive di sviluppo" ci si aspettava francamente molto di più.

 

Così non è stato, gli addetti ai lavori presenti (mancavano gli Infermieri d'Italia) hanno continuato in quattro giorni ad autoreferenziarsi allontanandosi ancora una volta dalla realtà contingente.

 

A cosa servono le nuove conoscenze scientifiche e le innovazioni informatiche e tecnologiche, di cui tanto si è discusso durante il convegno organizzato da varie Ipasvi italiane in Puglia, se non si dà tranquillità e sicurezza alle giovani leve che in termini di ricerca, innovazione, competenze avanzate e formazione possono offrire tantissimo alle cosiddette "vecchie leve" dell'Infermieristica nazionale?

 

A mio avviso, da questo punto di vista si poteva dire e fare molto di più; si è persa una occasione buona, ancora una volta le elucubrazioni saccenti di chi di fatto rappresenta una élite di "ricci" ha portato la platea a parlare di argomentazioni utili sì, ma ormai fuori dai tempi e distanti dalle esigenze di chi tutti i giorni combatte per non dire "chi c... me l'ha fatto fare a studiare Infermieristica?".

 

Al presidente Saverio Andreula, che con tanta forza e con tanta volontà di fare ha messo in piedi questa iniziativa chiediamo di riflettere di più sull'importanza e sull’attualità di simili eventi e sul perché, non ce lo dobbiamo nascondere, ci si è trovati a Pugnochiuso davanti a una platea piuttosto esigua di rappresentanti dell'Istituzione Ipasvi.

 

Ad Andreula, persona simpaticissima e squisito interlocutore, chiediamo il perché non erano presenti le giovani leve, coloro i quali di fatto rappresentano il futuro prossimo dell'Infermieristica italiana (e non ci venite a dire che c'erano gli studenti della Facoltà di Bari, non fanno testo, costretti com'erano ad occupare "obtorto collo" una poltrona in un'aula al limite della vuotezza).

 

Non è una critica ad Andreula, ma l'invito esplicito a lui e a tutti i presidenti e rappresentanti Ipasvi presenti a muoversi verso altre direzioni e a concentrare gli sforzi su queste ragazze e su questi ragazzi che sono nostri figli, cugini, nipoti e colleghi... e non solo “iscritti morosi” da minacciare attraverso missive targate Equitalia (di questo tratteremo in appositi servizi su Nurse24.it).

 

Ben venga la replica!

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