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Lavoro Infermieri e Ostetrici in Inghilterra: i rispettivi collegi non rilasciano le dovute certificazioni

di Angelo

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BLACKBURN. I collegi degli Infermieri (IPASVI) e i collegi degli Ostetrici (FNCO) ostacolano il trasferimento dei colleghi italiani in Inghilterra. A lanciare l’allarme Sergio Riggi, 30 anni, Infermiere di origini siciliane trasferitosi in terra britannica e che da alcuni mesi si occupa volontariamente e in prima persona di recruitment.

Sergio lavora a Blackburn in una nota struttura ospedaliera ed è in procinto di trasferirsi in una clinica più grande e più dinamica di quella attuale (a Peterborough nel Cambridgeshire), a dimostrazione che il lavoro in Inghilterra non manca e che anzi si può tentare fin da subito di fare carriera.

 

«Sono una persona che non sopporta le ingiustizie e quando sente che qualcuno per il solo fatto di avere un piccolo potere in mano non fa le cose per bene mi innervosisco − spiega Riggi − come dicevo mi occupo di recruitment, non lo faccio per professione, ma cerco di aiutare chi si trova in Italia a venire qui nella grande isola. Per molti di loro, purtroppo, non è possibile emigrare a causa dei soliti dissidi burocratici e aggiungerei di veri e propri abusi di potere che attualmente non sono risolvibili in Italia se non con un intervento diretto del Ministero della Salute e del Governo

 

Ci spieghi meglio cosa sta succedendo?

 

«Sono venuto a conoscenza che i collegi provinciali delle Ostetriche si rifiutano di firmare un documento che si chiama good character; si tratta di una dichiarazione di buona condotta professionale. La FNCO ha a tal proposito emanato una circolare interpretativa vietando la firma di questo documento da parte dei collegi invitando le persone che volevano portare a compimento la registrazione al Nursing and Midwifery Council a rivolgersi al Ministero della Salute per richiedere l'attestazione di good standing; tale attestazione altro non è che un documento in italiano in cui non si dichiara la buona condotta professionale dell'iscritto al collegio o la sua condizione penale, bensì si certifica che il richiedente risulta avere conseguito la laurea e quindi può operare in Italia. Il good standing non serve a nulla e viene cestinato dagli addetti del Nursing and Midwifery Council. Risultato? Chi vuole trasferirsi in Inghilerra non può farlo e le offer letter, ovvero le offerte di lavoro, vengono cancellate.»

 

E non è tutto, pare che alcuni collegi FNCO abbiano preteso il pagamento della dichiarazione giustificando la richiesta come rimborso per spese di segreteria.

 

«Da un mese a questa parte sono venuto a conoscenza che anche i collegi Ipasvi si stanno rifiutando di firmare questo documento facendo riferimento alla famosa circolare emessa dalla Federazione Ostetrici − aggiunge Sergio − la stessa FNCO in una comunicazione a una collega ha dichiarato telefonicamente che c'era stato un fraintendimento (durato più di un anno) e che non c'era nessun divieto relativo a firmare l’attestazione di cui prima. Mi sono attivato personalmente per cercare una soluzione al problema. Ho quindi deciso di di telefonare dal Regno Unito ai vari collegi e alla Federazione Nazionale Ipasvi, ma non ho ottenuto risposte complete, né definitive.»

 

Cosa ti hanno risposto le istituzioni?

 

«Brancolano nel buio. Ho richiesto una interrogazione parlamentare che sarà presentata nei prossimi giorni da Francesco D’Uva del Movimento 5 Stelle. Vedremo cosa accadrà. In questa interrogazione si chiede al Ministro della Salute per quale motivo i collegi che sono responsabili della condotta degli iscritti si rifiutano di firmare un documento attestante la buona condotta del richiedente. Quali motivi ostativi e quali riferimenti normativi vietano la firma di un documento che blocca in un limbo istituzionale le persone che pur avendo un contratto di lavoro nel Regno Unito, cosa in Italia visibile forse nei sogni e nemmeno, non possono vedere realizzati i loro sogni. In che modo il Signor Ministro della Salute vuole riferire in parlamento della condotta dei propri funzionari di cui è diretto responsabile. Quali soluzioni intende porre in atto al fine di risolvere definitivamente il problema. Se il Ministero si vuole fare carico direttamente, come specificato anche nel sito del Nursing and Midwifery Council, della firma del good character in modo da evitare inutili sprechi di tempo o se vuole emanare una circolare esplicativa e definitiva su chi può fare cosa.»

 

Che caos! E non è tutto..

 

«Alcuni collegi FNCO richiedevano dieci euro per mettere un timbro e una firma − aggiunge Riggi − non solo si deve pagare una tassa di iscrizione, ma si deve pagare anche per andare a lavorare all’estero? Vergogna! Sui collegi IPASVI non è pervenuta la stessa segnalazione, ma sui vari siti dei collegi non si trovano più le informazioni per iscriversi all’NMC e ottenere l’attestazione necessaria. Ho presentato a tal proposito anche una richiesta al parlamentare europeo Ignazio Corrao, che dovrebbe occuparsi della questione a breve. Ho richiesto a Corrao di indagare per quale motivo da una parte vige la libera circolazione dei cittadini e dei lavoratori, mentre dall'altra ci sono 24 albi e ordini che agiscono ognuno per conto suo e mettono da entrambe le parti i bastoni tra le ruote a chi vuole cercare lavoro in un altro Stato dell’Unione.»

 

Come andrà a finire? Continueremo a seguire la questione dalle pagine di Nurse24.it, mentre attendiamo le Vostre segnalazioni, al di là se siete Infermieri o Ostetrici.

 

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