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Lavora per 36 ore in un mese e si ritrova a dover pagare 29 euro

di Redazione

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ANCONA. Si può definire routine, sono le storie quotidiane dei tanti infermieri che ormai da oltre 3 anni si affacciano nel mondo del lavoro. Oggi vogliamo raccontarvi la bizzarra avventura di Raffaele laureatosi nell’Aprile del 2012 presso l’Università Politecnica delle Marche.

Subito dopo la laurea a Giugno 2012, sono stato contattato dalla cooperativa dove attualmente ancora lavoro, non è l’aspirazione massima oggi ma mi ritengo fortunato rispetto ad altri colleghi.

 

In un primo momento ho pensato “laurea = infermiere=lavoro” allora è vero!

 

Sono inquadrato dalla cooperativa con un contratto a tempo indeterminato per un ammontare di 14 ore settimanali. Il mio turno inizia alle 08:00 e termina alle 10:30, anche se il numero di utenti all'interno della struttura è esiguo, solo 5, danno il loro bel da fare.

 

Essendo, la struttura, sprovvista di farmacia interna all’infermiere compete tutta la trafila “ricette – code – farmacie”. Inoltre capita di dover svolgere l’attività del portantino e, causa scarsità di tempo, mi capita di farlo fuori dall'orario di lavoro. Per non parlare della mancanza di attrezzature minime che solitamente si trovano nelle strutture sanitare come un carrello infermieristico, sono mesi ormai che reclamo la necessità. La realtà è lontana anni luce da quello che uno studente infermiere o un neo-laureato ha imparato.

 

La beffa è arrivata alla fine del primo mese di lavoro, quando mi sono visto recapitare la busta paga. Premetto che quella pubblicata è la foto del mio primo stipendio da infermiere, per lavorare per questa cooperativa è indispensabile diventare soci al costo di circa 160€, la quota associativa viene decurtata dal primo stipendio (se la cifra è sufficiente) oppure come è capitato nel mio caso restava la differenza in negativo di -29€, luglio 2012, decurtata puntualmente nello stipendio di Agosto.

 

Immaginavo quest’opportunità lavorativa come un periodo transitorio, ho pensato che nel giro di poco tempo avrei potuto migliorare, nella peggiore delle ipotesi pensavo di poter arricchire il mio curriculum e acquisire esperienza, ma con mio enorme dispiacere ho trovato la porta chiusa sia nel pubblico che nel privato, come la maggior parte dei colleghi infermieri italiani.

 

Per sbancare il lunario mi sono dovuto reinventare diversi lavori, e durante la giornata mi trovo a fare anche 2/3 lavori differenti dalla professione che tanto amo e tanti sacrifici mi è costata.

 

Non ho mai gettato la spugna ma dopo un anno e mezzo di questa vita, comincio ad averne abbastanza ed è anche per questo che ho pubblicato lo stipendio da -29€, ma non riesco ad odiare il mio lavoro, anzi tutti i giorni seppur per poche ore sono orgoglioso del mio lavoro, perché in fondo la professione infermieristica è anche una missione, l’unica cosa che vorrei e poterla migliorare. 

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