REDAZIONE. Non solo il medico e l’infermiere, anche la voce del paziente trova spazio in cartella clinica nell’era della medicina narrativa. Un approccio che permette “decisioni clinico-assistenziali più complete, personalizzate, efficaci e appropriate”.
È una promozione a pieni voti quella che emerge da una Consensus Conference sul tema promossa dall’Istituto superiore di sanità, che ha prodotto la prime raccomandazioni in Europa sulla medicina basata sui racconti dei malati. Linee di indirizzo presentate oggi all’Iss di Roma, durante il convegno internazionale ‘Narrative Medicine and Rare Disease’.
L’iniziativa è nata nell’ambito del Laboratorio sperimentale di medicina narrativa, progetto coordinato dall’Iss in collaborazione con Asl 10 di Firenze, European Society for Health and Medical Sociology e Pfizer Italia. “Alla luce delle esperienze presenti in letteratura e di quanto emerso in questi giorni dal confronto tra rappresentanti della comunità scientifica e della società civile – spiega il direttore del Centro nazionale malattie rare, Domenica Taruscio – riteniamo che la medicina narrativa possa essere utilizzata a beneficio dell’intero sistema sanitario.
Promuovere la partecipazione attiva dei pazienti e migliorare il funzionamento dell’intero team di cura, attraverso la consapevolezza del ruolo professionale e del mondo emotivo di ciascun operatore. L’ascolto del paziente promuove la fiducia e rinforza l’alleanza terapeutica che permette di diminuire le cosiddette pratiche di medicina difensiva lasciando spazio alla relazione, che diventa uno strumento di comprensione della diagnosi e della cura”.
“Si raccomanda di introdurre la competenza narrativa nei percorsi formativi universitari e di sanità pubblica – sottolinea il presidente della giuria della Consensus Conference, Sandro Spinsanti dell’Istituto Giano di Roma – anche attraverso strumenti non convenzionali nelle aule di medicina quali i social network, la letteratura, il cinema. Al tempo stesso occorre promuovere attività di ricerca che tengano presente l’integrazione tra la medicina basata sulla narrazione e quella basata sulle prove scientifiche”.
Un esempio concreto di come la medicina narrativa possa essere utilizzata nella pratica clinica è il progetto di partenariato europeo ‘Store’ (Story Telling on Record), coordinato dall’Iss e portato avanti con altri 5 Paesi: una cartella clinica integrata che unisca le informazioni del medico, dell’infermiere e più in generale dell’operatore sanitario con la storia e l’esperienza del paziente.
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