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editoriale

Riforma Renzi istituisce l'Infermiere della "Repubblica" con la mobilità forzata

di Rosario Scotto di Vetta

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ROMA. Mobilità obbligatoria e lo sblocco del turn over sono i due aspetti qualificanti del progetto di riforma avanzato da Renzi-Madia. Il Governo, entro fine aprile, vuole varare un decreto di legge che anticiperà le misure più urgenti e un disegno di legge per la parte “strutturale” garantendo 3 miliardi di risparmi.

La ricetta del Governo, rivelata dal Ministro della Funzione Pubblica Marianna Madia, incentiverà i prepensionamenti nella pubblica amministrazione in modo da favorire l’assunzione di giovani. Ma non solo. Il Ministro ha aggiunto: “Io penso ad una sana mobilità obbligatoria, laddove il rispetto è quello del diritto del lavoratore, laddove non ci siano degli ostacoli burocratici”.

 

I dipendenti della p. a. non saranno più considerati di un singolo comparto, ma saranno dipendenti della “Repubblica” e quindi potranno essere impiegati dove c’è esigenza. In parole semplici, nella ridefinizione delle esigenze di organico tutti potranno essere chiamati a cambiare amministrazione rendendo di fatto la mobilità obbligatoria. Renzi in un tweet, parlando della riforma, ha sintetizzato in “più merito, più mobilità, più qualità” i punti cardine del progetto. Una serie di misure per garantire risparmi fino a 500 milioni di euro.

 

Lo sblocco del turn over sarà una realtà concreta. Infatti secondo il piano predisposto, si manterrebbe le attuali proporzioni tra uscite ed entrate: una assunzione ogni cinque pubblici dipendenti che lasciano il servizio. Il turn over sarà centralizzato. Questo significa, per esempio, che anche se i pensionamenti o prepensionamenti ci saranno per il ministero delle Politiche agricole le assunzioni potrebbero essere effettuate da altri dicasteri a seconda delle necessità e numero di uscite.

 

La “scossa” del premier Matteo Renzi preoccupa in maggior parte la classe dirigente del Paese, dell’amministrazione pubblica, dell’impresa e del sindacato. Forse “si teme che Renzi con queste riforme riuscirà a destabilizzare in positivo il sistema”.

 

Secondo l’ex ministro per la Coesione Territoriale Fabrizio Barca tutto dipenderà da come verrà messo in pratica la riforma. Se verrà attuato in maniera corretta dalle aziende può diventare uno strumento appropriato e creare lavoro e sviluppo disincentivando ulteriore precarizzazione.

 

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