Assistere un nostro caro suscita in noi delle sensazioni uniche, sì uniche, in quanto cariche della valenza affettiva che ci lega alla persona di cui ci prendiamo cura.
BATTIPAGLIA. Chi di voi non ha mai avuto un parente o peggio un genitore che, disarmato da malattie degenerative ed irreversibili, ha dovuto assistere tra le mura domestiche? A tutti sarà capitato almeno una volta. Assistere un nostro caro suscita in noi delle sensazioni uniche, sì uniche, in quanto cariche della valenza affettiva che ci lega alla persona di cui ci prendiamo cura.
Per poter assistere un nostro caro allettato, bisogna armarsi di tanta pazienza, 'vestirsi' sempre di un sorriso, in quanto gli ammalati sono persone impaurite, indifese, impotenti davanti ai 'mostri' che divorano senza pietà la loro mente e il loro corpo.
Le persone con importanti deficit di forza ad una parte del corpo o con totale assenza di movimenti agli arti superiori o inferiori, necessitano di un'assistenza continua, soprattutto per prevenire le eventuali complicanze che derivano dalla possibile prolungata immobilità, come ad esempio le ulcere da pressione.
Con il termine 'ulcera da pressione' si intende una lesione localizzata della cute e dei tessuti sottostanti causata da una prolungata ed eccessiva pressione esercitata sulle parti del corpo a contatto con una superficie rigida.
Nel linguaggio quotidiano il termine 'ulcera da pressione' viene confuso e/o sostituito con il termine 'piaga da decubito'. Mentre per piaga da decubito si intende una rapida tendenza alla guarigione, per ulcera si intende un andamento cronico. La prevenzione dell'ulcera da decubito si basa su una corretta alimentazione con un apporto equilibrato di proteine, zuccheri e grassi. Ricordatevi sempre, cari lettori ''Se si riuscisse a dare a ciascuno la giusta dose di nutrimento e di esercizio fisico, avremmo trovato la strada per la salute''; infatti, per esempio, se il soggetto è malnutrito, è più esposto al rischio di piaghe o ulcere (l'anemia, per esempio, provoca un prolungamento del periodo di guarigione delle ferite).
Altrettanto importante è l'idratazione: si consiglia di bere almeno un litro d'acqua, meglio oligominerale; se invece, la persona non è in grado di bere da sola, farle bere almeno cinque bicchieri d'acqua nell'arco della giornata.
Le complicanze delle ulcere sono numerose: amiloidosi, endocardite, infestazione di larve di mosca, meningite, fistole o ascessi, complicanze sistemiche di trattamento topico-intossicazione allo iodio e perdita dell'udito in seguito a neomicina topica e gentamicina sistemica. Occorre monitorare le zone a rischio costantemente.
Si osserva la lesione descrivendo: la sede, lo stadio, la dimensione, la presenza di tratti sottominati, fistole, la presenza di essudato, di tessuto necrotico e la presenza o assenza di tessuto di granulazione e di zone di riepitelizzazione.
L'evoluzione dell'ulcera comprende quattro stadi :
– primo stadio: arrossamento della pelle (senza lesione) che non scompare alla digitopressione (eritema irreversibile)
– secondo stadio: soluzione di continuo superficiale che coinvolge l'epidermide e il derma superficiale. La lesione si può presentare clinicamente con un'abrasione, una vescica o una iniziale ulcerazione.
– terzo stadio: ulcera a tutto spessore che implica interessamento con necrosi del tessuto sottocutaneo fino alla sottostante fascia
– quarto stadio: ulcera a tutto spessore con interessamento muscolare fino alla struttura ossea. In caso di escara non è possibile determinare lo stadio della lesione.
Per evitare l'insorgenza di complicanze, è necessario trattare e medicare le ulcere in modo adeguato.
La cura comprende lo sbrigliamento, la pulizia della ferita, l'applicazione di medicazioni. In alcuni casi è richiesto il trattamento chirurgico.
In presenza di tessuto necrotico è opportuno una toilette chirurgica, in quanto rappresenta un terreno di coltura per lo sviluppo batterico ritardando la guarigione.
Medicazioni asciutte-umide sono efficaci per allontanare piccole quantità di tessuto necrotico superficiale.
Medicazioni asciutte devono essere associate allo sbrigliamento meccanico o enzimatico.
Per effettuare la pulizia delle ulcere, invece, si utilizza un'irrigazione con soluzione fisiologica sterile che non è dannosa per i tessuti. Deve essere utilizzata una pressione sufficiente per pulire la lesione senza traumatizzarla. Utilizzare una minima forza meccanica se ci si serve di garze, telini o spugne.
Non è indicato l'uso di detergenti cutanei o agenti antisettici (iodio povidone, clorexidina, acido acetico, acqua ossigenata).
Molto importante per la prevenzione è anche un'adeguata igiene, soprattutto nella zona genito-perianale per evitare fenomeni di macerazione e/o abrasione. Le condizioni igieniche possono influire sulla prevenzione delle lesioni.
La cute se integra, ben idratata e pulita, resiste maggiormente alla colonizzazione batterica.
Alcune ricerche scientifiche (Munro 1940) si sono occupate di valutare la correlazione tra durata della pressione esercitata dal peso del corpo e l'insorgenza della lesione cutanea; pur non raggiungendo l'assoluta certezza, hanno dimostrato che la superficie cutanea, il sottocute e lo strato muscolare vanno incontro a modificazioni patologiche se viene esercitata sulla parte la pressione costante del corpo per oltre due ore.
Se l'agente esterno agisce con un'elevata pressione in breve tempo, non si parla di ulcera, ma di ferita.
Oltre alla pressione del corpo, possono contribuire alla formazione di ulcere cutanee anche le forze di stiramento e di frizione. Le prime, per esempio, sono quelle che agiscono sulla persona allettata in posizione seduta e che progressivamente scivola verso il fondo del letto determinando lo scorrimento degli strati profondi (muscoli, tendini ecc.), sul tessuto cutaneo e sottocutaneo.
Le forze di frizione, invece, sono quelle che agiscono direttamente sullo strato più esterno della cute asportandone una parte e rendendo la pelle più sottile e vulnerabile all'effetto negativo della pressione.
Per la riduzione delle forze di stiramento, bisogna principalmente evitare che il corpo scivoli nel letto dall'alto verso il basso attraverso l'uso di presidi vari: archetti per coperte, predellini, lenzuola in cotone.
Per le forze di frizione va evitato che, nel corso degli spostamenti, la cute sfreghi contro le lenzuola o altre superfici, con la possibilità di microlesioni dello strato più superficiale della cute.
Per la prevenzione delle ulcere è utile, anzi fondamentale, l'alternanza delle posizioni sul fianco destro e sinistro; l'individuo andrebbe posizionato cambiando le zone soggette a pressione ogni quattro ore se il rischio di sviluppare ulcere è basso, ogni due ore se il rischio è moderato e ogni mezz'ora se il rischio è elevato.
Il cambiamento periodico è necessario anche durante le ore notturne. Ad ogni individuo considerato a rischio, quindi allettato, deve essere posizionato un dispositivo che riduca la pressione, come ad esempio materassi ad aria statica, ad aria circolante, a gel oppure materassi di materiale supersoft, ovvero materiali con capacità di deformazione di 30-40 cm.
L'igiene del letto è fondamentale. Nel caso di soggetti costretti ad alimentarsi a letto bisogna fare attenzione alle briciole ed eventualmente rimuoverle. Per il lavaggio della biancheria è in genere sconsigliato l'uso di detersivi aggressivi, ossigenati e disinfettanti (esempio: candeggina, Napisan, perborato di sodio, detersivi biodegradabili).
Tutte queste attenzioni sono importanti per una buona assistenza al nostro caro. Insomma ''la cosa più importante in medicina? Non è tanto la malattia di cui il paziente è affetto quanto la persona che soffre di quella malattia'' (Ippocrate).
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(*) Sono una ventiduenne laureata in infermieristica presso l'Università ''Federico Secondo'' di Napoli, attualmente iscritta al Master in Infermieristica legale e forense; presto servizio come Infermiera alla Croce Verde di Battipaglia. Sono appassionata di scrittura e da grande vorrei diventare una brava Nursereporter.
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