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IPASVI della Toscana al Governatore Rossi: Non si può ridurre il numero degli infermieri

di Marco Alaimo

Gli Infermieri sono pronti a collaborare con volontà e continueranno a voler tutelare la loro professione, il loro ruolo, la loro salute.

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Governatore Toscana

È di questi giorni la notizia schock del Governatore della Regione Toscana il quale afferma in un intervista che: «Almeno in parte sarà possibile sostituire il gran numero degli infermieri, che potranno andare in pensione, con un numero di giovani Operatori Socio Sanitari preparati, pieni di voglia di fare, e non ancora colpiti da quel fenomeno serio, come il burn out, che in sanità fiacca molte energie che tanto hanno dato, al Servizio Sanitario (…)»

Tutti gli Infermieri Toscani e non solo, sono rimasti veramente esterefatti da queste affermazioni in gran parte semplicistiche e anacronistiche sopratutto da una persona che dovrebbe Governare una Regione come la Toscana da sempre all'avanguardia anche nel campo sanitario e nella formazione. Ci sono già state molte affermazioni e dichiarazioni di varie personalità e di alcuni presidenti di Collegi. I Presidenti dei Collegi IPASVI Toscana Centro nelle persone di Danilo Massai, David Nucci e Matteo Cecchi rispettivamente presidenti del Collegio di Firenze, Pistoia e Prato, hanno indirizzato immediatamente un comunicato stampa volendo rappresentare il sentire di molti infermieri ancora increduli per quanto detto. Vi proponiamo il comunicato nella sua versione integrale e attendiamo anche una risposta dal Presidente Rossi.

 

"Gentile Presidente, nella sua risposta al sindacalista Anastasio, pubblicata sul quotidiano Sanità, Lei afferma che: “Almeno in parte sarà possibile sostituire il gran numero di Infermieri, che potranno andare in pensione, con un certo numero di giovani Operatori Socio Sanitari preparati, pieni di voglia di fare, e non ancora colpiti da quel fenomeno serio, come il burn-out, che in sanità fiacca molte energie che tanto hanno dato, e stanno dando, al Servizio Sanitario.”

Come Presidenti dei Collegi provinciali e rappresentanti degli Infermieri delle province dell’Area Vasta Centro non possiamo non farle notare che la legge riconosce l’Infermieristica come scienza, e che per esercitare la professione occorre una laurea. Non pensiamo possa essere fatta una equivalenza semplicistica tra le figure dell’Infermiere e quella dell’Operatore Socio-Sanitario.

Siamo consapevoli che in politica si media e si fanno talvolta scelte poco popolari: esprimiamo rispetto per il ruolo dei decisori, ma rimarchiamo la nostra distanza dai metodi con i quali si stanno definendo i processi, i livelli di responsabilità, i ruoli delle professioni.

I professionisti, tra cui noi Infermieri, e il sistema tutto della Sanità Toscana, hanno retto l’urto della crisi degli ultimi anni, e comunque consentito ancora a Lei governatore di fregiarsi di un buon Servizio Sanitario Regionale. Il modello di Ospedale per Intensità di Cure, dove funziona, lo deve alle capacità e ai sacrifici degli Infermieri; i risultati del Cronical Model sono da attribuire in gran parte all’impegno e alla professionalità degli Infermieri, che per questo ottengono ben poco riconoscimento.

Il Sistema Sanitario e Socio-Sanitario Toscano reggerà non a causa di semplici tagli, ma grazie a un nuovo progetto di tutela della Salute. Supportiamo il riposizionamento della governance del sistema, ma purché ciò avvenga attraverso il rinnovamento. Siamo favorevoli a rivedere capacità e competenze dei professionisti, mediante l’istituzione di un sistema di accreditamento del professionista, definendo standard professionali uniformi su tutto il territorio regionale, attivando processi e percorsi in rete per creare opportunità di qualificazione e favorire la valorizzazione dei meriti. Siamo d’accordo a facilitare il pensionamento di chi ne aveva diritto ed è stato bloccato dalle recenti riforme in campo pensionistico, ma NON SIAMO D’ACCORDO con le sue intenzioni dichiarate di diminuire ulteriormente il numero di Infermieri nella nostra Regione.

Gli standard Europei riguardo al rapporto Infermieri-cittadini prevedono 8 infermieri ogni 1.000 abitanti: in Toscana il rapporto si ferma a 6 su 1000, senza considerare che in questo numero rientrano oltre 1000 Infermieri che lavorano come impiegati, magazzinieri e ricoprono altri ruoli che nulla hanno a che fare con l’Infermieristica.

Inoltre, ai giovani Infermieri che lavorano in condizioni di precariato (circa 2.000) quale messaggio indirizza? Appare senza senso programmare la formazione universitaria di 1.200 Infermieri l’anno, sostenerne il costo, e non offrire loro una speranza di lavoro, anzi proporre di sostituirli con operatori a più basso costo e con competenze neppure lontanamente sovrapponibili. Vogliamo che l’unica soluzione per i giovani Infermieri sia emigrare all’estero? Gli Infermieri, secondo lei, sono in burn-out. Visto che tale sindrome nasce per stress lavorocorrelato, perché non proporre decisioni per migliorare gli standard delle condizioni di lavoro, e rendere più positivo il clima nel quale i nostri colleghi lavorano? Governatore, riteniamo che la sua proposta di revisione del Sistema della Sanità Toscana potrà essere sostenibile solo se i professionisti tutti saranno adeguatamente coinvolti, formati, valorizzati, rispettati nelle loro identità professionali e personali. Gli Infermieri sono pronti a collaborare con volontà e continueranno a voler tutelare la loro professione, il loro ruolo, la loro salute.

Attendiamo da Lei risposte per comprendere e fornire riscontro ai 3.5000 Infermieri che a vario titolo lavorano in Toscana o si sono formati per lavorarci . Ci attendiamo una convocazione in tempi rapidi dei dieci Collegi IP.AS.VI. della Toscana per poter esprimere il punto di vista della nostra professione su razionalizzazione, innovazione, efficienza e investimenti nella sanità della nostra Regione.

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