Si pubblica di seguito la lettera scritta da Dario Numerato, infermiere 34 enne napoletano, emigrato a Torino per lavoro. Il quotidiano online "Freebacoli", vicino alle vicissitudini dei cittadini di Bacoli, comune a nord-ovest della città di Napoli, ha già posto all’attenzione dell’opinione pubblica nazionale dal quotidiano “la Repubblica”. Ad essere denunciata è un’ingiutizia “made in Campania” che non permette un rapido, legale e trasparente ritorno a casa per i figli di questa terra costretti, negli anni, ad andare in via in cerca di lavoro.
“Volevo segnalare una situazione di illegalità che è sotto gli occhi di tutti ma che, come spesso accade, continua a protrarsi senza che nessuno faccia niente. Sono un ragazzo di Napoli che lavora come infermiere a Torino da 7 anni, presso l’ospedale CTO, come tutti gli altri miei colleghi meridionali siamo emigrati al Nord per cercare lavoro con la speranza di ritornare nel proprio paese con un trasferimento. Molti miei colleghi siciliani ci sono riusciti e altri sono in lista per ritornare grazie a una mega procedura di mobilità fatta dalla Regione Sicilia attraverso la quale molti operatori sanitari che lavoravano al Nord sono riusciti a ritornare finalmente nella loro terra, vicino ai loro cari. E noi campani? Noi campani siamo ancora qui al “fresco”, qui al nord.
Perché? Perché purtroppo noi abbiamo un difetto, siamo nati in Campania e quindi dobbiamo subire eternamente ingiustizie e soprusi senza poter mai avere la speranza di cambiare le cose. Il problema che voglio mettere alla luce, anche se è già alla luce del giorno, è quello delle procedure di mobilità utilizzate in Campania per il rientro del personale sanitario nella propria regione. Per legge, e sottolineo per legge, tali procedure dovrebbero prevedere una valutazione solo dei titoli al fine di stabilire una graduatoria in base agli anni di esperienza acquisiti e ai titoli di studio e/o specializzazione che ogni candidato ha. Un po’ come quello che è successo in Sicilia (e ho detto Sicilia e non Svizzera, Germania o Gran Bretagna, no, è successo in Sicilia).
Ma la Campania è una cosa a sé, non ha le stesse leggi che ci sono in Sicilia o nel Veneto, in Campania c’è una legge speciale. Nella mia amatissima regione c’è una grande carenza di personale infermieristico e in generale sanitario da far paura (con turni massacranti per chi ci lavora, anche se spesso questa cosa non dispiace ai dipendenti visto che sono costantemente chiamati ad un lavoro extra pagato con ore di straordinario che, conseguentemente, aumento la spesa pubblica), che è conseguenza anche del patto di stabilità e del blocco delle assunzioni che vige nelle regioni con deficit di bilancio e che ha annullato concorsi e mobilità per anni; oltre a tutto questo che comporta un rischio per ogni singolo cittadino che si reca in ospedale ed è assistito da un infermiere che ha fatto un turno di 12 ore e che in precedenza magari ha saltato i suoi riposi per la carenza costante di personale ed è stanco e stressato (nonostante guadagni qualche spicciolo in più per lo straordinario) e che quindi più facilmente può commettere un errore, oltre a questo c’è anche la beffa delle procedure di mobilità.
Ed è questo il motivo per cui vi scrivo: tutte le procedure che sono state avviate e/o che stanno per avviarsi per il reclutamento di personale sanitario in Campania prevedono oltre alla valutazione dei titoli anche un colloquio o in alcuni casi una preselezione. E questo È ILLEGALE! Possibile che in Italia anche nelle procedure pubbliche si imbrogli senza che nessuno dica niente? Attraverso i colloqui e i test le commissioni possono gestire a modo loro le procedure e decidere chi far vincere e chi no. È incredibile e ingiusto che un infermiere o un medico che lavora da anni in una struttura pubblica del nord Italia, dopo aver vinto un regolare concorso, debba di nuovo sottoporsi a umilianti colloqui pilotati, colloqui fatti solo per dare il punteggio più alto al raccomandato di turno, eseguiti magari da personale incompetente che appunto umilia la professionalità di queste figure che sono operative in realtà del nord Italia che, diciamola tutta, possono fare scuola alle realtà presenti al sud.
Perché non si fa una graduatoria solo in base ai titoli e all’esperienza lavorativa? La legge prevede questo: gli avvisi pubblici per mobilità e trasferimento di personale, come confermato da sentenze della Cassazione, sono trasferimenti di contratti di personale che ha già superato un concorso e per i quali dunque dovrebbe valere solo la selezione per titoli e per altre caratteristiche legate all’età, i carichi di famiglia ecc. escludendo l’attribuzione di un punteggio discriminante alla prova scritta e meno che mai al colloquio orale che apre la strada all’arbitrio del selezionatore; tra l’altro stiamo parlando di procedure che assegnano il 50% o addirittura il 60% del punteggio totale al colloquio. Se andate a vedere la graduatoria della mobilità per infermieri fatta all’ASL NA 2 NORD nel Settembre 2014 potete notare come i primi classificati sono tutti ragazzi con pochi anni di esperienza che sono tornati subito nella loro regione a discapito di chi per esempio è lontano da casa da 10 – 15 anni. Come è possibile, se è illegale, che un’azienda pubblica possa fare una cosa del genere? E come mai le autorità lo permettono?
Io vorrei solo che questa cosa si sapesse e vorrei chiedere a Renzi, o De Magistris o Caldoro o al ministro Lorenzin o a chi per esso come mai hanno permesso questa cosa, e vorrei che voi chiedeste a queste persone che intenzioni hanno per il futuro visto che oramai il blocco del turn over sta via via finendo e che quindi prossimamente dovrebbero inevitabilmente procedere all’assunzione di nuovo personale. Chiedete loro se per le prossime procedure di mobilità hanno intenzione di ripetere le stesse violazioni di legge, per favore. Loro risponderanno magari che la priorità sarà quella di stabilizzare i precari che già lavorano in Campania ma questa è una risposta fuorviante innanzitutto perché i precari che lavorano attualmente sono già conteggiati nel personale attualmente operativo della Regione e stabilizzarli non servirebbe a risolvere il pericoloso problema (PER TUTTI, PERCHÉ TUTTI HANNO BISOGNO DI UNA SANITÀ DECENTE) della carenza di personale e poi perché la questione dei precari è un’altra azione illegale che si è protratta per anni dato che persone come me hanno vinto un concorso e si sono allontanate di 1.000 Km dalla propria vita e dai loro affetti per lavorare in un ospedale pubblico, mentre questi precari sono rimasti a casa loro ed ora verranno assunti a tempo determinato senza concorso (bha, e io allora sono stato coglione a partire ed a fare le cose regolarmente? Si…) Ce ne sarebbero di cose da scrivere ancora ma mi fermo qui.
Vi prego mettete in luce questo problema che interessa a migliaia di persone come me che stanno soffrendo lontano da casa e che vogliono tornare onestamente nella propria regione a lavorare. Mettete con le spalle al muro questi delinquenti. Non è giusto quello che fanno. Sono sicuro che un vostro intervento possa davvero fare molto di più anche di una sentenza del tar che giudica scorrette ed illegali tali le procedure di mobilità in Campania”.
Infermiere, Dario Numerato
Commento (0)
Devi fare il login per lasciare un commento. Non sei iscritto ?