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Infermieri Veneti. Il governatore Zaia continua a chiedere concorsi a loro riservati, ma è solo propaganda elettorale

di Angelo

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VENEZIA. «I nostri cervelli migliori se ne vanno all'estero e abbiamo pullman di candidati a posti d'infermiere che arrivano in Veneto per trovare un lavoro. Così non va − ha spiegato ieri Luca Zaia, governatore della Regione Veneto, agli organi di stampa che gli chiedevano lumi rispetto ai concorsi appena espletati a Vicenza e Padova − con 200 mila veneti in cerca di lavoro, dobbiamo garantire corsie preferenziali ai residenti nei concorsi sanitari e in quelli pubblici. Abbiamo bilanci in attivo: la sanità gestita bene può essere una grande opportunità di lavoro».

Sui bilanci in attivo e sull'efficienza/efficacia del Sistema Sanitario della Regione Veneto nulla da eccepire, sull’atteggiamento di Zaia però c’è tanto da ridire. Per esempio non è colpa degli Infermieri del Sud o di altre regione d’Italia se i Sistemi Sanitari Regionali dei relativi luoghi d’origine sono in frantumi, ma della classe politica (compreso i leghisti) che non hanno saputo e non sanno amministrare la cosa pubblica.

 

In un meccanismo concorsuale che, secondo le normative oggi vigenti in Italia, prevede il reclutamento nazionale dei partecipanti in tutti i settori del settore pubblico, le affermazioni del Governatore Veneto ci puzzano tanto di mera propaganda elettorale, finalizzata quasi certamente a incamerare voti in vista delle imminenti elezioni regionali in un territorio in cui la Lega Nord sta notoriamente perdendo consensi soprattutto perché non è riuscita negli ultimi 20 anni ad arginare il fenomeno migratorio e la disoccupazione.

 

I Veneti sono da sempre emigrati in cerca di fortuna nel resto d’Italia e in altre nazioni, essendo un popolo laborioso che si è sempre tirato su le maniche e ha saputo ricostruirsi di fronte a ogni evenienza. Anche questa volta i giovani veneti, nello specifico gli Infermieri, sono disposti a far valere la propria professionalità ovunque sia possibile, un po’ come accade nel resto d’Italia, dove la crisi non è mai stata così evidente e spaventosa dalla creazione della Repubblica.

 

Per cui, al di là delle questioni politiche, siamo d’accordo che Zaia difenda il proprio popolo, ma siamo anche dell’idea che in un sistema-nazione come quello italiano non sia possibile fare discriminazione di alcun genere, né prevedere concorsi per pochi eletti.

 

E poi: qual è la paura di Zaia e dei leghisti? Forse il fatto che i ragazzi e le ragazze del Sud o del resto dello Stivale siano più preparati degli infermieri veneti? Questo è possibile. E allora ci chiediamo: vuoi vedere che il Sistema Sanitario Regionale gestito da Zaia si è retto, si regge e si reggerà su tanti professionisti formati o provenienti da fuori Veneto che di fatto hanno messo in piedi un SSR invidiabile e all’avanguardia?

 

Al caro Zaia l’ardua sentenza!

 

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