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lettere al direttore

Gli aumenti in busta paga, annunciati dal Premier Renzi, solo un miraggio per gli infermieri

di Redazione

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Carissimo Direttore,

ho riportato un piccolo studio riguardo gli aumenti in busta paga, tanto decantati, dal Presidente Renzi, in particolare analizzando la Professione Infermieristica.

Il Premier Renzi ha annunciato tagli all’IRPEF e al cuneo fiscale promettendo sensibili aumenti in busta paga.

Nel corso della conferenza stampa tenuta alcuni giorni fa, il premier Matteo Renzi ha illustrato il piano tasse soffermandosi in modo particolare sull’IRPEF 2014 e sui tagli che verranno introdotti con riferimento al cuneo fiscale.

 

‘Per il momento - ha sentenziato Renzi - è stata solo approvata la relazione del presidente del consiglio dei ministri che individua il risparmio di 10 miliardi di euro per coloro i quali prendono meno di 25.000 euro l'anno, a partire dal primo di maggio, mentre gli atti tecnici, dal Def al Dl attuativo, alle misure delle singole aziende che dovranno intervenire, saranno realizzati da qui al 30 aprile del 2014’. Tradotto, i tagli al cuneo fiscale con l’intervento sull’IRPEF 2014 esistono sulla carta ma saranno definiti entro la fine del mese di aprile.

 

Però scendiamo nello specifico e vediamo quali saranno le fasce di reddito coinvolte. Ma soprattutto, ciò che ci si chiede é: Quali le conseguenze sulla busta paga in termini di aumenti ed incrementi delle detrazioni? 

 

Cominciamo:

 

Il Premier ha sentenziato: ‘Più soldi in busta sotto i 25.000 euro, sono 1.000 l’anno per chi ne prende 1.500’

 

In linea generale, l’IRPEF 2014 subirà un taglio, generando un aumento in busta paga di circa 80 euro al mese con decorrenza a partire dallo stipendio di maggio per quanti abbiano un reddito inferiore ai 1.500 euro al mese; gli interventi sull’IRPEF 2014 interesseranno solo i contribuenti che maturino un reddito dagli 8.000 ai 25.000 euro, che beneficeranno di incrementi inversamente proporzionali al crescere dei loro stipendi (più gli stipendi sono alti, minori saranno gli incrementi in busta paga).

 

Questa lodevolissima iniziativa intrapresa dal Premier risulta però essere alquanto inefficace nel mondo infermieristico, in quanto lo stipendio netto base di un infermiere si aggira intorno ai 1400 € ai quali vanno ad aggiungersi indennità per lavoro notturno o festivi che comportano un amento del salario mensile per una grossa fascia di infermieri.

 

A questo punto i "1.000 euro netti all'anno in più per chi guadagna meno di 1.500 euro al mese", saranno difficilmente raggiungibili da tutti quei professionisti che svolgono la propria attività come turnisti oppure che vantano già una notevole anzianità di servizio.

 

Facendo due conti, chi guadagna 750 euro netti al mese fruirà di 92 euro in più, chi guadagna sui 950 euro potrà contare su 97 euro di aumento, mentre di qui in avanti, come sottolineato prima, l’incremento inizierà a diminuire toccando quota 60 euro al mese in più per chi guadagna fino a 1.500 euro netti.

 

Sarebbe fondamentale che tutte le associazioni di categoria e tutti i sindacati di settore in questo momento facessero fronte comune, in quanto in mancanza di uno studio approfondito si rischierebbe di generare una sorta di effetto perverso per il quale guadagnerebbe di più chi è sul limite della soglia tracciata da Renzi (25.000 euro) rispetto a chi si trova subito al di fuori (26.000 euro).

 

Non bisogna perdere di vista il cuore della manovra, ciò che ha portato il Premier ad intraprendere questo percorso, definito da molti, "di portata storica", poiché il numero di lavoratori che percepiscono dagli 8.000 ai 25.000 euro costituisce il grosso della forza lavoro dipendente.

 

Il ruolo dell'infermiere, la sua professionalità, ricade nell'ambito di quel ceto medio che rappresenta la locomotiva economica del paese, quella locomotiva che per condurre l'intera nazione fuori dalla stagnazione ha bisogno di aiuti concreti. Non possono essere cifre arbitrarie a fare in modo di tagliare fuori una intera categoria, il cui lavoro é fondamentale per il corretto funzionamento della macchina dei servizi sanitari pubblici italiani.

 

Questa categoria é stata fin troppo a lungo bistrattata, per questo motivo mi aspetto che da qui al 30 Aprile, data in cui si vedrà il DL attuativo, la manovra si carichi davvero di importanti e, soprattutto, concreti significati.

 

Dott. Pierluigi Stefanizzi

Infermiere presso A.O.U. Policlinico di Bari

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