Ecco le nuove regole europee per il rispetto dei turni di riposo. Tranquilli ci pensa l'ARAN!!!
MATERA. A pochissimi giorni dalla definitiva entrata in vigore della nuova direttiva europea che impone il rispetto di almeno 11 continuative ore di riposo ogni 24 ore di lavoro, l'ARAN ha già provveduto a mettere a punto otto deroghe al fine di escludere il personale del servizio sanitario dalla disciplina del Dlgs 66/2003.
Chi aveva sperato in un cambio radicale di tutte quelle scomode situazioni in cui spesso gli infermieri si ritrovano (copertura "straordinaria" di turni per carenza di personale, sospensione dei riposi per il medesimo motivo ecc...) intravedendo uno spiraglio che mettesse le aziende "con le spalle al muro" obbligandole ad assumere nuovo personale, purtroppo rimarrà deluso, così come rimarranno delusi le migliaia di infermieri disoccupati che avevano intravisto in questa direttiva una possibilità per il loro futuro lavorativo.
Stando alle otto deroghe quindi, nulla cambierà rispetto alla attuale situazione, ossia chi già attualmente è costretto a sorbirsi turni di lavoro massacranti al fine di garantire al paziente una continuità assistenziale, continuerà a lavorare come fino ad oggi è accaduto, saltando ad esempio il riposo giornaliero o ritrovandosi di reperibilità nel medesimo giorno, solo che questa volta tutto sarà legale.
La notizia è già stata riportata sul sito nazionale dell' Ipasvi, ed ancora una volta la categoria degli infermieri è costretta a vedersi bistrattata a causa di nuove regole che tengono conto solo ed esclusivamente di "far quadrare i conti delle aziende" in merito a risorse di personale e non solo.
La categoria dei medici è già insorta contro la possibilità di derogare alla normativa europea, mentre come al solito mancano ancora all'appello le rappresentanze degli infermieri, "declassati" ancora una volta a missionari (non dimentichiamo che per molti la nostra è una missione....) e quindi tenuti a sacrificare la propria vita privata, i propri interessi ed i propri affetti sull'altare della "continuità assistenziale", con tutto ciò che ne consegue.
Viene da pensare che le deroghe siano state ideate proprio nell'ottica di un silenzio-assenso da parte della categoria infermieristica, dato che è facile scaricare tutto sugli infermieri italiani, vista la loro poca propensione nel far sentire la propria voce nelle sedi e nei modi più opportuni, come invece capita per altri professionisti della sanità; non sembra ancora infatti pervenuto in merito a tale questione, il parere dei grandi assenti, ossia dei sindacati (confederali in testa), quelli che si ricordano degli infermieri una volta ogni due anni, casualmente in concomitanza con le elezioni per le RSU, quando a tutti i colleghi viene gettato fumo negli occhi salvo poi lasciare che tutto vada così come fino ad oggi è sempre andato (ci sarebbero numerosi esempi da elencare, ma evitiamo di farlo per questioni di spazio e di tempo).
Chi già si aspettava una presa di posizione dalle rappresentanze di cui sopra, fino ad oggi è rimasto a bocca asciutta, e chissà per quanto altro tempo dovrà rimanerci, così come i colleghi disoccupati che si auguravano di poter finalmente veder comparire in Gazzetta Ufficiale qualche concorso bandito da aziende in affanno a causa della carenza di personale.
Grandi assenti anche i quotidiani nazionali, sempre pronti a tirare in ballo la nostra categoria in notizie che spesso si rivelano inesatte o sempre pronti a parlare di sanità intendendo quest'ultima sempre in senso medicocentrico: non sono infatti mancati articoli di giornalisti preoccupati per la carenza di personale medico che la nuova normativa sui turni di lavoro potrebbe comportare a causa dell' esiguo numero di medici attualmente in servizio nelle aziende sanitarie della Penisola.
Nessun segnale di dissenso pare sia stato manifestato neppure dalle varie associazioni di pazienti o di ammalati, i quali forse non si rendono conto che un infermiere sottoposto a turni massacranti, non avrà molto probabilmente la lucidità necessaria a svolgere la propria professione dopo 12 ore continuative di turno o dopo giorni di lavoro in assenza di riposo.
Siamo professionisti (checchè ne pensino giornali ed opinione pubblica) che quotidianamente navigano tra una marea di responsabilità, che troppo spesso pongono gli interessi dei propri assistiti innanzi ai propri, che portano avanti un sistema sanitario che da troppi anni zoppica a causa dei tagli delle risorse, che a fine mese percepiscono uno stipendio per nulla commisurato alla mole di lavoro e di responsabilità che li investe (a differenza di altri...), che prima di ottenere un posto di lavoro devono partecipare ad una serie infinita di concorsi affollati da migliaia di altri colleghi disperati per un numero risicato di posti, ed ancora una volta, rischiamo di ritrovarci a fare i conti con una realtà devastante.
Quando qualcuno si deciderà a portare alla luce la realtà in cui vivono da decenni 400mila infermieri che hanno diritto a poter svolgere la propria professione in maniera decorosa?
Questa volta abbiamo bisogno di fatti concreti, poiché le chiacchiere (troppe) ci sono già state.
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