RAVENNA. La conoscenza e la ricerca Infermieristica si sta spingendo sempre più verso rami specifici della scienza e dell’assistenza a pazienti con particolari patologie. Nell’ambito delle cure di nicchia oggi vi parliamo dei cosiddetti “Infermieri Iperbarici”, ovvero di quella branca della professione che si occupa o si appresta a occuparsi della care in camera iperbarica.
In Italia ci sono una trentina di centri che si occupano di Ossigenoterapia Iperbarica, ma pochissimi utilizzano l’esperienza e la conoscenza scientifica degli Infermieri.
Tra questi vi è il Centro Iperbarico di Ravenna, con la sua costola di Bologna, che da alcuni anni offre un servizio di qualità superiore, affidando agli Infermieri l’assistenza specifica. Una garanzia in più per i pazienti, ma anche una opportunità occupazionale mai pensata prima.
E da Ravenna potrebbe nascere a breve la prima Associazione nazionale dedicata agli Infermieri Iperbarici, che raccolga coloro che già lavorano in strutture iperbariche o che sono stati formati per lavorarci.
A darne notizia nell’ambito di un corso di formazione riservato proprio a un gruppo di Infermieri dell’Emilia Romagna è stato il Dott. Pasquale Longobardi, di origini campane, uno dei massimi esperti al mondo di medicina Iperbarica e di lesioni difficili.
Longobardi, nella sua veste di direttore sanitario del Centro Iperbarico di Ravenna (nato nel 1989 e già diventata struttura di eccellenza nel mondo), ha voluto così rimarcare l’opportunità di assumere Infermieri esperti per offrire maggiore sicurezza ai suoi assistiti e a quelli di altri centri similari.
Attualmente la normativa in vigore in Italia è assai "confusa" sull’argomento e non prevede l’assistenza infermieristica in C.I. (essa oggi può essere affidata a tecnici esperti ed opportunamente formati o addirittura mancare).
Il Centro di Ravenna è convenzionato con il Servizio Sanitario Nazionale e Regionale dell’Emilia Romagna ed è collegato direttamente al Servizio 118 per particolari casi di emergenza/urgenza.
L’Ossigenoterapia Iperbarica, nota anche con l’acronimo OTI, è una terapia di tipo etico ed è riconosciuta ufficialmente dalla medicina convenzionale. È una pratica non invasiva basata sull’assunzione di ossigeno puro al 100% o miscelato con altri gas che permettono l’iperossigenazione all’interno di un’apposita Camera Iperbarica, dove la pressione permette di diffondere l’O2 nel sangue ad altissimi flussi (con una concentrazione superiore anche di dieci volte rispetto al normale). In questo modo si favorisce la neo-angiogenesi e si attivano le cellule staminali. A permettere il miglioramento e poi la guarigione del paziente, tuttavia, non è direttamente l’ossigeno, quanto la produzione di monossido di azoto.
Ma chi può accedere all’OTI? Tra gli altri troviamo pazienti affetti da patologie o sindromi quali: la gangrena gassosa da clostridi, l’ischemia traumatica acuta, le lesioni da decubito, vascolari venose, vascolari arteriose, vascolari miste, linfatiche, da pressione o da patologie neurologico-circolatorie, l’osteomielite cronica refrattaria, gli innesti cutanei, le deiescenze e i lembi a rischio, la necrosi ossea asettica e la sordità improvvisa.
Sull’argomento Nurse24.it ritornerà nei prossimi giorni per spiegare ai lettori come funziona una Camera Iperbarica, che cos’è un Centro di cura delle lesioni difficili e come funziona l'emergenza in struttura; inoltre, vi sveleremo i nomi e i volti di personaggi famosi del mondo dello sport che sono stati guariti dalla struttura ravennate e che continuano a fare attività agonistica professionale e ad altissimi livelli.
Chi volesse approfondire di più l'argomento può collegarsi al portale www.iperbaricoravenna.it o al blog www.iperbaricaravennablog.it, gestito quest'ultimo direttamente da Infermieri e Medici della struttura.
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