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Infermieri in esubero o in difetto? Mettiamoci d'accordo!

di Angelo

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RIMINI. Quanti sono veramente gli infermieri che il mondo del lavoro cerca per il 2014? Difficile rispondere, soprattutto quando i metri e i metodi di valutazione sono incoerenti o distanti dalla contingente situazione economica italiana. Su internet si è aperto da qualche giorno il dibattito su tale questione e sull'effettivo bisogno di licenziamento/assunzione di "nurses" nelle strutture pubbliche e private. Da una parte vi è la visione tecnicistica e burocratica dei collegi Ipasvi, dall'altra quella più realistica e umanizzata dei sindacati, delle associazioni di categorie e dei neo-laureati, che sperano in un miglioramento della situazione attuale. Su tutti vi sono il Ministero competente, le Regioni e le Università italiane, queste si responsabili a senso unico dell'attuale caos nel settore infermieristico.

Infatti, tutte e tre continuano a fornire dati sul fabbisogno di neo-infermieri che non stanno né in cielo né in terra ma che servono solamente a non paralizzare alcuni blasonati atenei che traggono giovamento dall'innalzamento dei numeri (più iscritti, più fondi per le casse universitarie). Questo sistema prima o poi salterà, anzi sta già saltando e, nonostante i dati "forzati" di Almalaurea, sta facendo venir fuori il marcio che si è accumulato soprattutto negli ultimi due lustri. Marcio che ha portato alla creazione in pochi anni di circa 30.000 precari e disoccupati tra i colleghi.

 

A ciò va aggiunto l'uso indiscriminato delle Partite Iva, che di fatto si è trasformato in un uso scorretto e quasi criminali della manodopera. Si della manodopera, perchè in molti ambienti, in prevalenza privati, si continua ad assumere solo liberi professionisti, reputandoli alla stregua numerale e non dal punto di vista intellettuale e della preparazione nozionistico/pratica.

  

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