ROMA. Può un tablet affidato a un infermiere salvare la vita di un paziente? Pare di sì. È quanto emerso da uno studio di alcune cliniche inglesi pubblicato da BMJ OPEN, una delle più prestigiose banche dati dedicate alla ricerca scientifica in ambito sanitario a livello planetario.
Secondo tale studio, che si rifà alle più moderne teorie sul Risk Management, evitando cattive interpretazioni della calligrafia, errori di calcolo, dimenticanze e trascrizioni incorrette (per esempio parametri vitali, farmaci con nomi similari, dosaggi o posologie differenti, ecc.) la mortalità riferita ai pazienti presi in esame scende del 15%. Lo studio comprendeva la dotazione di tablet, smartphone o phablet a infermieri e infermiere che sapevano di partecipare a un test. Con tale apparecchiatura gli operatori sanitari interessati potevano lanciare un allarme attraverso un apposito applicativo collegato in rete attraverso il web o intranet. Alcuni esperimenti simili si registrano anche in Italia e molti sono gli infermieri che con le loro tesi di laurea si sono occupati dell’argomento. In molte strutture già si utilizzano da tempo cartelle sanitarie e infermieristiche informatizzate, tra non molto arriveranno gli applicativi per l’utilizzo libero e professionale di apparecchiature portatili. In tal modo, per esempio, in caso di malore di un paziente il medico (ma anche i colleghi infermieri) potrà essere informato in tempo reale sulle condizioni del paziente e intervenire con tempestività. Si parla di futuro immediato!
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