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Infermieri e nuove competenze, il confronto in occasione della VII Conferenza nazionale a Bologna

di Redazione

BOLOGNA. L'infermieristica italiana si confronta a Bologna sulle nuove competenze infermieristiche e sul futuro professionale del settore.  Lo ha fatto in occasione della VII Conferenza nazionale delle politiche della professione infermieristica dove è stata ribadita la necessità di camminare uniti per il riconoscimento, a tutti i livelli, delle accresciute sfere di autonomia e competenza degli infermieri. Una priorità indiscussa,  ha spiegato a tal proposito la presidentessa della FNC ipasvi,  Sen.  Annalisa Silvestro,  che ha rimarcato la mano sulla necessità di ribadire in ogni sede istituzionale l'importanza delle competenze specialistiche come scelta strategia e come sbocco ineludibile di un percorso intrapreso dalla compagine professionale.

 

Una esplicita affermazione, come si ricorda in un apposito comunicato della Federazione Nazionale dei Collegi IPASVI: "deve essere dato sostegno ai sindacati nella battaglia che sin da ora dovranno intraprendere per adeguare, sia nei contratti aziendali sia nel contratto nazionale oltre che nell'organizzazione del lavoro, l'upgrading formativo e professionale raggiunto dalla professione infermieristica."

 

A Bologna sono stati messi a confronto sulla questione competenze specialistiche: sei sigle sindacali, il rappresentante delle Regioni, il rappresentante del Ministero della salute e la stessa presidente della Federazione Ipasvi, la senatrice Silvestro

 

Tutti si sono dimostrati d'accordo sulla necessità di puntare sulle competenze specialistiche e sul dare nuove speranze alle nuove generazioni. 

 

Per Claudio Costa, dirigente Area Sanità della Regione Veneto, le competenze specialistiche rappresentano una potenzialità inespressa e sottaciuta coattivamente dai soliti saloni della sanità pubblica italiana,  se ben valorizzati gli Infermieri specialistici posso essere assai utili al SSN. 

 

Saverio Proia, dirigente della Direzione generale delle professioni sanitarie e delle risorse umane del Ssn del ministero della Salute, dal canto suo ha ribadito che con le competenze specialistiche si attua finalmente la seconda fase della riforma delle professioni sanitarie. In assenza di tale processo è piuttosto rischioso andare avanti,  è come avere una potentissima Ferrari che può viaggiare solo sulle strade provinciali e alla quale è proibito il transito autostradale.

 

Sul fronte sindacale, Cgil, Cisl e Uil hanno ribadito l'impegno unitario a lavorare sin d'ora a un riconoscimento contrattuale di quelle che saranno le sfere di azione dell'infermiere specialista.  “Viviamo nella società della salute, non più in quella della medicina – ha spiegato Denise Amerini (Cgil) – e nessuna figura è più adatta e più poliedrica dell'infermiere per accettare e guidare questa nuova sfida culturale e professionale”. Più competenza significa più responsabilità. Ed è inevitabile una ricaduta anche in busta paga. 

 

Nursind ha lanciato un allarme sulle sofferenze della “base” della categoria, alle prese con organici ridotti all'osso e carichi di lavoro insostenibili. “Ma bisogna iscriversi al sindacato per portare avanti queste battaglie”, ha puntualizzato il segretario nazionale Andrea Bottega, rimarcando i compiti specifici assegnati dalla legge alle sigle presenti alla tavola rotonda rispetto al ruolo istituzionale svolto dell'Ipasvi. 

 

Nella sua replica, la presidente Annalisa Silvestro ha sottolineato che le competenze specialistiche non riguardano solo uno sparuto numero di infermieri e che rappresentano un percorso di crescita per tutta la categoria e un elemento strategico di traino dell'intero sistema.

 

“Oltre a un più forte impegno sindacale è altrettanto necessario un più forte impegno della rappresentanza professionale in ogni regione – ha più volte ribadito – oppure rischiamo che tutti i provvedimenti che stiamo portando avanti a livello nazionale per la valorizzazione degli infermieri non riescano a trovare realizzazione pratica nella quotidianità operativa”. 

 

Per concludere, Silvestro ha lanciato l'invito all'unità degli infermieri italiani: "tutti assieme siamo una forza,  separati non andiamo da nessuna parte". 

BOLOGNA. L'infermieristica italiana si confronta a Bologna sulle nuove competenze infermieristiche e sul futuro professionale del settore.  Lo ha fatto in occasione della VII Conferenza nazionale delle politiche della professione infermieristica dove è stata ribadita la necessità di camminare uniti per il riconoscimento, a tutti i livelli, delle accresciute sfere di autonomia e competenza degli infermieri. Una priorità indiscussa,  ha spiegato a tal proposito la presidentessa della FNC ipasvi,  Sen.  Annalisa Silvestro,  che ha rimarcato la mano sulla necessità di ribadire in ogni sede istituzionale l'importanza delle competenze specialistiche come scelta strategia e come sbocco ineludibile di un percorso intrapreso dalla compagine professionale.

 

Una esplicita affermazione, come si ricorda in un apposito comunicato della Federazione Nazionale dei Collegi IPASVI: "deve essere dato sostegno ai sindacati nella battaglia che sin da ora dovranno intraprendere per adeguare, sia nei contratti aziendali sia nel contratto nazionale oltre che nell'organizzazione del lavoro, l'up grading formativo e professionale raggiunto dalla professione infermieristica."

 

A Bologna sono stati messi a confronto sulla questione competenze specialistiche, sei sigle sindacali, il rappresentante delle Regioni, il rappresentante del Ministero della salute e la stessa presidente della Federazione Ipasvi, la senatrice Silvestro

 

Tutti si sono dimostrati d'accordo sulla necessità di puntare sulle competenze specialistiche e sul dare nuove speranze alle nuove generazioni. 

 

Per Caudio Costa, dirigente Area Sanità della Regione Veneto, le competenze specialistiche rappresentano una potenzialità inespressa e sottaciuta coattivamente dai soliti saloni della sanità pubblica italiana,  se ben valorizzati gli Infermieri specialistici posso essere assai utili al SSN. 

 

Saverio Proia, dirigente della Direzione generale delle professioni sanitarie e delle risorse umane del Ssn del ministero della Salute, dal canto suo ha ribadito che con le competenze specialistiche si attua finalmente la seconda fase della riforma delle professioni sanitarie. In assenza di tale processo è piuttosto rischioso andare avanti,  è come avere una potentissima Ferrari che può viaggiare solo sulle strade provinciali e alla quale è proibito il transito autostradale.

 

 

Sul fronte sindacale, Cgil, Cisl e Uil hanno ribadito l'impegno unitario a lavorare sin d'ora ad un riconoscimento contrattuale di quelle che saranno le sfere di azione dell'infermiere specialista.  “Viviamo nella società della salute, non più in quella della medicina - ha spiegato Denise Amerini (Cgil) - e nessuna figura è più adatta e più poliedrica dell'infermiere per accettare e guidare questa nuova sfida culturale e professionale”. Più competenza significa più responsabilità. Ed è inevitabile una ricaduta anche in busta paga. 

 

Nursind ha lanciato un allarme sulle sofferenze della “base” della categoria, alle prese con organici ridotti all'osso e carichi di lavoro insostenibili. “Ma bisogna iscriversi al sindacato per portare avanti queste battaglie”, ha puntualizzato il segretario nazionale Andrea Bottega, rimarcando i compiti specifici assegnati dalla legge alle sigle presenti alla tavola rotonda rispetto al ruolo istituzionale svolto dell'Ipasvi. 

 

Nella sua replica, la presidente Annalisa Silvestro ha sottolineato che le competenze specialistiche non riguardano solo uno sparuto numero di infermieri e che rappresentano un percorso di crescita per tutta la categoria ed un elemento strategico di traino dell'intero sistema.

 

“Oltre ad un più forte impegno sindacale è altrettanto necessario un più forte impegno della rappresentanza professionale in ogni regione - ha più volte ribadito – oppure rischiamo che tutti i provvedimenti che stiamo portando avanti a livello nazionale per la valorizzazione degli infermieri non riescano a trovare realizzazione pratica nella quotidianità operativa”. 

 

Per Silvestro essere più forti significa anche essere più compatti, più uniti e mantenere con la volontà e i valori di sempre la rete che "tiene e rafforza" il Servizio Sanitario Nazionale.

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