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Infermieri assunti in cliniche private: l'AADI scova un "contratto farlocco"

di Angelo

infermiere burnout

Il presidente dell'Associazione Avvocatura di Diritto Infermieristico scrive al Ministero della Giustizia e chiede lumi invitando a verificare la non correttezza di alcuni Enti privati a sfondo sanitario. "L’AIOP, a seguito del nostro intervento, in data 14 luglio ha confermato che solo il C.C.N.L. pubblicato nel loro sito ufficiale è attendibile, invalidando, di converso, ogni altro diverso contratto"...

intervista al prof Di FrescoROMA. "Premesso che l’Associazione Avvocatura di Diritto Infermieristico interviene, ex statuto, per la tutela e la difesa dell’immagine professionale dell’infermiere e per assistere legalmente il singolo iscritto quando viene minacciata la sua professionalità soprattutto verso terzi, l’intellettualità della professione infermieristica, sancita all’art. 2229 C.C., permette all’Associazione di rappresentare un centro d’imputazione d’interessi diffusi e collettivi, riconosciuti dalla legge e dalla giurisprudenza, che il contratto associativo individua nell’esclusiva categoria infermieristica ed è sempre in prima linea e pronta a denunciare qualsiasi attività illegittima che veda coinvolto il personale Infermieristico oltre che a tutelare e salvaguardare la salute dei cittadini, se non altro perché sancito dalla nostra Carta Costituzionale" - sono le parole introduttive della missiva di Mauro Di Fresco, presidente dell'AADI, al Ministero della Giustizia, in cui si evince la scoperta di un contratto farlocco.

"In data 25 giugno c.a., l’AADI ha presentato una richiesta di chiarimenti all’Associazione Italiana Ospedalità Privata sita in Roma alla Via Lucrezio Caro n. 67 in quanto, durante approfondite ricerche che sovente vengono effettuate per lo studio delle monografie giuridiche in diritto del lavoro e per le pratiche giudiziarie che perora, ha riscontrato delle differenze sostanziali - aggiunge Di Fresco - ma ben occultate ad un occhio poco esperto, tra due copie del contratto collettivo AIOP tratte da due fonti diverse, in uso in tutto l’ambito sanitario nazionale che avrebbero dovuto, necessariamente, essere identiche."

L'Associazione infermieristica ha, quindi, proceduto ad una comparazione del C.C.N.L. RSA AIOP siglato il 22 marzo 2012 pubblicato dal sito ufficiale www.aiop.it e quello pubblicato da altro sito accreditato, www.bollettinoadapt.it.

I due contratti, spiega Di Fresco sono dissimili:

- per esempio, a parte l’impaginazione e la non corrispondenza degli articoli nelle pagine di riferimento, all’art. 16 riguardo le ferie (pag. 16) del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro scaricabile dal sito originale è riportato nel secondo comma: Qualora i turni prevedano orari giornalieri di differente grandezza il calcolo delle ferie sarà effettuato trasformando i giorni in ore e pertanto il monte ore di ferie corrisponderà a 165 ore (26x6,33)”;

- mentre nel medesimo articolo intitolato “Ferie” (pag. 8) del C.C.N.L. scaricabile dal portale ADAPT il tenore e il valore orario sono sostanzialmente diversi: Qualora i turni prevedano orari giornalieri di differente grandezza il calcolo delle ferie sarà effettuato trasformando i giorni in ore e pertanto il monte ore di ferie corrisponderà a 173 ore (26x6,66)”.

Vi sono molte altre differenze che attengono i valori nominali assegnati agli istituti retributivi che confondono i lavoratori e l’autorità giudiziaria all’esito della ricognizione istruttoria finalizzata a verificare eventuali illeciti, inadempimenti o errori nei conteggi retributivi.

"L’AIOP, a seguito del nostro intervento, in data 14 luglio ha confermato che solo il C.C.N.L. pubblicato nel loro sito ufficiale è attendibile, invalidando, di converso, ogni altro diverso contratto - conclude Di Fresco - il rischio di utilizzare nel processo l’ultimo contratto AIOP cioè quello falso è evidente. Sicura di aver contribuito a rafforzare la certezza del diritto e della giustizia, l’Associazione in parola auspica che la S.V. comunichi a tutte le cancellerie e, di conseguenza, ai magistrati del lavoro, di verificare la fonte dei contratti collettivi di lavoro affinché non vengano assunti nel processo contratti falsi, come quello appena citato, invalidando le sentenze che si fondano su essi."

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