I sistemi sanitari delle principali nazioni europee prevedono da sempre la professione di infermiere pediatrico, distinta da quella di Infermiere (Gran Bretagna, Germania, Irlanda, Austria, ecc.) e con formazione di base separata (laurea in infermieristica pediatrica). In altri stati dell'Unione Europea l'assistenza e prestata da infermieri di cure generali dotati di specializzazione post-laurea. Solo la Danimarca non prevede una figura specifica. In tutti i casi l'infermiere pediatrico ha competenza esclusiva sul paziente in età evolutiva, perché dotato di competenze specifiche. Fin dal 1940 la normativa italiana prevede da sempre due diverse professioni infermieristiche, ciascuna con una propria formazione di base distinta.
D.M. 14/09/1994 n. 739 "Regolamento concernente l'individuazione della figura e del relativo profilo professionale dell'infermiere"delinea la figura ed il relativo profilo professionale dell'infermiere, e dispone che "l'assistenza infermieristica preventiva, curativa, palliativa, riabilitativa è di natura tecnica, relazionale educativa". Inoltre l'infermiere è responsabile dell'assistenza generale infermieristica, si definisce la natura degli interventi, la metodologia del lavoro, gli ambiti operativi, gli ambiti professionali di approfondimento culturale e operativo e le cinque aree della formazione specialistica tra cui quella pediatrica.
Le funzioni dell’Infermiere Pediatrico sono, invece, individuate dal relativo Profilo Professionale (D.M. n. 70/1997). L’infermiere pediatrico è un professionista sanitario che, in possesso del titolo abilitante e dell’iscrizione all' albo professionale, è responsabile dell’assistenza infermieristica pediatrica. Egli gestisce ed attua interventi di tipo preventivo, curativo, palliativo e riabilitativo nei confronti di neonati e bambini, sani o ammalati, fino al diciottesimo anno di età, nonché nei confronti della famiglia e della comunità relativamente ad interventi di educazione sanitaria e promozione della salute.
E’ lecito, a questo punto, chiedersi: perché una specifica attenzione dell'infermieristica al paziente in età evolutiva rispetto a quello adulto? L'attenzione è dovuta a causa delle differenze anatomiche e fisiopatologiche, alle malattie diverse con relative prevalenze e incidenze diverse, l’organizzazione delle cure diverse cosi come l’approccio clinico-assistenziale diverso, trattamenti, terapie e dosaggi diversi con la diversa interpretazione del “primum non nocere”.
E’ giusto sottolineare che nel corso di laurea di base in infermieristica le ore di insegnamento riguardanti il paziente pediatrico sono generalmente 40-50 su 2300, con la non obbligatorietà del tirocinio pediatrico. Un infermiere generalista per ottenere una preparazione specialistica pediatrica può conseguire un master in Infermieristica nell' area pediatrica (un anno di corso successivo al corso di laurea di base in infermieristica generalista).
L’infermieristica pediatrica non è una specialità dell’infermieristica, ma una disciplina assistenziale generale con una sua specificità storica e scientifica che si applica e si svolge ad un determinato stadio dello sviluppo dell'uomo, e che ha proprie specializzazioni: pretermine, neonato a termine, lattante, bambino prescolare, bambino scolare, adolescente.
“L’infermiere pediatrico può assistere i pazienti fino a 18 anni” e “L'infermiere può assistere tutti pazienti”. Questa è l’interpretazione che oggi una Direzione Ospedaliera dà ai rispettivi profili professionali. L’impressione è che sono sempre più infermieri generalisti ad occuparsi dei pazienti pediatrici anche nelle unità operative con alta intensità di cure.
Certo è che una Direzione Ospedaliera, il cui compito è garantire i più alti livelli di qualità col minimo di spesa, non può pensare di raggiungere questo obiettivo utilizzando solo professionisti la cui specifica preparazione viene ottenuta con l’esperienza, perché anche l’acquisizione di competenze attraverso l’esperienza comporta inizialmente dei rischi. "L'infermiere può assistere i pazienti di età inferiore ai 18 anni" previo master specialistico area pediatrica. Questa potrebbe essere l’interpretazione corretta e rispettosa dei diritti degli utenti e soprattutto dei professionisti.
“Il nostro paese è da tempo disabituato a scelte ragionate in campo materno-infantile. I piani sanitari nazionali più recenti, trascurano l'ambito dell'infanzia sebbene le maggiori organizzazioni internazionali sottolineino, da tempo, la necessità di investire risorse essenziali sui primi anni di vita”. E’ quanto emerso dal Rapporto Centro Salute Bambino del 2005. Quella dei bambini è una popolazione che la demografia ci dice in costante diminuzione ma che con crescente evidenza la ricerca ci indica come un'epoca cruciale per la salute della popolazione nelle decadi successive.
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